Romano Borchiellini, professore ordinario di Fisica e tecnica industriale al Politecnico di Torino, parla di transizione energetica sulle pagine de La Stampa. Il G7 potrebbe annunciare l’addio al carbone entro il 2035: per il docente è un passo molto importante nonostante ci sia un certo ritardo. “Qualsiasi azione in questa direzione è benvenuta, soprattutto se si tratta di dire addio al carbone. Ora però servono i fatti” secondo l’esperto. In Italia “il carbone rappresenta una minima parte delle fonti fossili utilizzate” spiega. Eppure dopo lo scoppio della guerra in Ucraina “molti Paesi sono ricorsi al carbone per poter riscaldare le case”.
Le rinnovabili saranno il futuro ma ovviamente ogni territorio ha le sue esigenze. “Dipende dalle zone. Alcune sono più ventose, ma in Italia la quota maggiore dell’eolico è offshore. Le possibilità per sfruttare il solare sono invece molto alte. Pensiamo a tutti i capannoni industriali dismessi nelle principali città: potrebbero ospitare senza problemi centinaia di pannelli fotovoltaici. E poi non dimentichiamo che il Piemonte è la regione italiana dove è nata la prima comunità energetica” sottolinea Borchiellini. In Italia sarà possibile spingere sul fotovoltaico ma anche sull’idroelettrico di piccole dimensioni.
Transizione energetica. L’esperto: “L’idrogeno…”
Il Piemonte, in ottica rinnovabili, potrebbe ospitare anche l’idrogeno. Secondo Borchiellini “gli studi sull’idrogeno sono molto variegati. È più semplice applicarlo al sistema dei trasporti, più complicato nelle aziende in cui è difficile abbattere le fonti fossili, come le fabbriche pesanti. L’idrogeno però è fregato dall’aspetto della sicurezza per i veicoli e lo stoccaggio”. Per quanto riguarda il nucleare, invece, il docente di fisica spiega che per costruire centrali il tempo è molto dilatato. C’è però una possibile soluzione ovvero la costruzione di piccoli reattori a fissione. Così facendo, il sistema potrebbe subire un’accelerata: “Potrebbero rimetterci in linea con gli obiettivi del 2030 per abbattere le emissioni” spiega.
Il Politecnico di Torino sta lavorando per sviluppare progetti nell’ambito della transizione energetica. “Da tempo ci muoviamo a 360 gradi. Oggi è impossibile non essere presenti in tutte le aree che riguardano le rinnovabili e la transizione energetica. Nel nostro Energy Center affrontiamo i temi più disparati: da quello delle batterie all’accumulo di energia o alla gestione della rete elettrica” conclude l’esperto.