I minibot segnano ancora il dibattito politico mentre il Governo si sforza di trovare una quadra su Manovra e Flat Tax: dopo la battuta semi-seria di ieri sera da Losanna di Giorgetti, ancora oggi il collega di partito Borghi è “costretto” a specificare che si trattava di una battuta quella del n.2 Lega. «Una battuta scherzosa, cosa mai c’è da commentare?!» si chiede il Presidente della Commissione Bilancio in una intervista a Repubblica «una cosa che abbiamo discusso tante volte, anche di recente, Salvini è d’ accordo. Non c’è alcun incidente con Giorgetti». Sempre dalla Lega, ma stavolta è il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia a commentare la situazione odierna sui minibot: «se i minibot sono erga omnes si fa un casino», spiega il leghista a Circo Massimo su Radio Capital, sottolineando «il tema vero è quello della certificazione dei debiti da parte delle P.a ed è stato in parte risolto. Il problema è sempre e solo la certificazione del debito degli Enti locali che a volte hanno poi attivi finti come multe o tasse inesigibili a fronte di un debito. Problema che a monte va risolto. I minibot possono essere uno strumento ma va risolto il tema della certificazione». Fuori dalla Lega, il compagno di Governo ancora non afferra se la mini-lite sui minibot possa definirsi una battuta come spiegato dai diretti protagonisti: per il vicepremier M5s Luigi Di Maio, la “querelle” sui minibot lo ha stupito «colpito che la Lega abbia cambiato posizione». Il caso, a quanto pare, non è chiuso..



LA BATTUTA DEL LEGHISTA MANDA M5S IN TILT

Come già preannunciavamo in precedenza, il “caso” sui minibot sorto nel pomeriggio da Losanna si spiegherebbe in realtà più come una battuta e una presa in giro bonaria a distanza tra Giorgetti e Borghi che non un vero e proprio caso politico. A spiegarlo è il diretto interessato, Claudio Borghi che su Twitter subito dopo la risposta del n.2 Lega ai giornalisti in Svizzera risponde così «Vedo che nonostante tutto ancora si dà ascolto ai virgolettati fuori contesto e alle battute scherzose scambiate per dichiarazioni politiche… ma quando imparerete? #Giorgetti». In una intervista a Radio Capital, Borghi spiega ancora più nel dettaglio cosa sia successo oggi con il suo diretto responsabile (appena sotto Salvini): «Poverino, Giorgetti è lì che aspetta una cosa importante come le Olimpiadi e gli rompono le scatole con i Mini-Bot. È probabile che poi uno sbotti». Nel merito della “critica” sulla verosimiglianza dei minibot, il Presidente della Commissione Bilancio alla Camera continua «sono verosimili, vero è che non sono mai stati fatti. È una cosa che abbiamo discusso tante volte, anche di recente, Salvini è d’accordo. Non c’è alcun incidente con Giorgetti. Certo è una cosa molto coraggiosa, difficile da portare a casa viste le reazioni negative di mezzo mondo». Quello che è certo è che la battuta di Giorgetti ha mandato in tilt prima di tutto il M5s che non la stessa Lega che ha reagito finora assai tranquillamente: «Una proposta che la Lega ha voluto inserire nel contratto di governo. Ad ogni modo quel che conta è pagare subito le imprese creditrici, la Pubblica amministrazione deve sanare tutti quei debiti che ha con le imprese ormai da troppi anni», fanno sapere dal Movimento 5 Stelle alcuni parlamentari sentiti dal Corriere della Sera.



GIORGETTI “CONTRO” BORGHI

Sui minibot si è detto tutto e il contrario di tutto ma ora la “pietra tombale” potrebbe averla messa definitivamente il N.2 della Lega Giancarlo Giorgetti: dopo settimane passate nello scontro a distanza Lega-M5s-Tria, con Salvini che in maniera “cerchiobottista” non stroncava l’ipotesi lanciata dal “suo” Claudio Borghi e lasciava la palla della decisione al Ministro Tria, pressando sul fatto che se non erano i minibot la soluzione allora bisognava trovarne un’altra per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione, la “sentenza” giunge dalla Svizzera dopo il Sottosegretario della Presidenza del Consiglio si trovava per l’importante decisione sulle Olimpiadi Invernale a Milano-Cortina o a Are-Stoccolma. «C’è ancora chi crede a Borghi? Ma vi sembrano verosimili i minibot? Se si potessero fare, li farebbero tutti»: la battuta fatta dal n.2 di Salvini, della Lega e del Premier Conte è tutt’altro che scherzosa e seppur bacchetta bonariamente il Presidente della Commissione Bilancio alla Camera, esclude di fatto come aveva già detto Tria qualche giorno fa ogni sorta di ipotesi sui minibot che già agitavano la Commissione Ue e le opposizioni.



MINIBOT, ANCHE CONFINDUSTRIA CHIUDE OGNI PORTA

Va detto che solo qualche settimana fa era stato lo stesso Sottosegretario Giorgetti a difendere, con moderazione, l’idea dei minibot per accelerare i pagamenti: il 7 giugno scorso a proposito della proposta avanzata dal presidente della Commissione Bilancio alla Camera Claudio Borghi, il n.2 della Lega sottolineava «Tutte le soluzioni nuove sono contestate, non dico che siano la Bibbia, ma sono una proposta per accelerare i pagamenti, una delle possibilità, una delle soluzioni: ma la strada maestra è quella della crescita». I maligni spiegano questo improvviso cambio di rotta con la possibilità concreta che Giorgetti possa diventare un Commissario Europeo nel prossimo valzer di nomine a Bruxelles: la battuta lanciata da Losanna arriva al termine di una considerazione tra il serio e il faceto fatta davanti ai giornalisti che riportavano alcune quote dei bookmaker che danno in vantaggio la candidatura della Svezia rispetto a quella italiana alle Olimpiadi 2026, «è come per i minibot» ha sentenziato Giorgetti aprendo, forse, una piccola crepa interna alla Lega nel giorno in cui il Movimento 5 Stelle ha rischiato una forte crisi dopo lo strappo fra Di Maio e Di Battista. Toccherà ora a Salvini provare a tirare le somme dopo l’evidente distanza abissale tra Borghi e Giorgetti sul tema spinoso dei minibot. Da ultimo, a chiudere la porta alla possibilità di mini-titoli di stato ci ha pensato anche il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine della giornata di colloqui franco-italiana organizzata a Parigi da Luiss, Sciences Po e The European House Ambrosetti «Lo abbiamo detto, mi sembra che ormai siano superati. Bisogna distinguere gli strumenti dai fondamentali. I fondamentali sono ridurre il debito e pagare i debiti con le imprese: non li risolviamo individuando strumenti ma individuando risorse e agendo con coerenza».