Nuovi aggiornamenti sul caso Minibot, arriva il commento di Matteo Salvini. Come riporta l’Ansa, il ministro dell’Interno ha precisato: «A me interessa il risultato, lo strumento non conta. Bado alla sostanza e non alla forma. Sugli strumenti Siamo pronti a raccogliere suggerimenti. A me interessa l’obiettivo. Noi abbiamo proposto un’idea che c’è nel contratto è stato approvata all’unanimità dalla commissione Bilancio in parlamento. Se ci sono altre idee sono felice. Questo lo dico ai signor no che ci sono dentro e fuori». Intervistato da Affari Italiani, il principale promotore Claudio Borghi Aquilini ha spiegato: «Qualcuno potrebbe pensare (e temere) che abbiano troppo successo e allora diventino una specie di seconda moneta. Mi spiace per loro, ma la questione non è stata pensata per questo obiettivo, d’altronde sono nominati in euro anche i nostri Bot normali e adesso sono meglio della moneta contante perché i tassi sono negativi». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LE PAROLE DI TRIA

Dal Giappone dove è in corso l’ultimo giorno del G20, il Ministro dell’Economia Giovanni Tria torna ancora sulla vicenda minibot e fa intuire come prosegue la sua posizione anti-misura messa in campo da Lega e sostenuta anche dal M5s (pur con diversi distinguo, ndr): «non credo che ci sia una discussione interessante perché abbiamo discusso di alcune opinioni, ma non è una questione principale che andremo a trattare a livello di governo». Tutti i ministri delle Finanze e i banchieri centrali hanno concordato sulla immediata e necessaria urgenza di un «sistema di tassazione internazionale globalmente equilibrato, sostenibile e moderno. Salutiamo favorevolmente gli obiettivi raggiunti nella trasparenza internazionale, inclusi i progressi negli scambi automatici sulle informazioni per finalità fiscali». Tria ha voluto poi continuare a rassicurare la Commissione Ue sul fronte del debito pubblico: oltre al “niente minibot”, il Mef rilancia «sul deficit andremo sotto intorno al 2,2-2,1%», come scritto del resto della Manovra di Bilancio. Sempre che i due vicepremier accettino l’impostazione data da Tria.. (agg. di Niccolò Magnani)



ZINGARETTI “MINIBOT SONO DELLE PATACCHE”

Minibot sì, minibot no. Nella giornata di ieri è andata in scena una querelle fra l’Italia e il Giappone, riguardante appunto quella che è considerata in maniera volgare una “moneta parallela”. Si tratta di titoli di stato di piccolissimo taglio, dai 5 ai 100 euro, che la Lega e il governo hanno proposto per permettere alla pubblica amministrazione di pagare i propri debiti, circa 53 miliardi di euro, con i fornitori. Mario Draghi, numero uno della BCE, e Tria, ministro dell’economia, hanno già bocciato l’idea, mentre Salvini ha affermato: «Sullo strumento si può discutere, è una proposta, ma sul fatto che sia urgente pagare le decine di miliardi di euro di arretrati e di debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti di imprese e famiglie (debiti risalenti a governi e anni precedenti) deve essere chiaro a tutti, in primis al ministro dell’Economia. È una questione di giustizia». Replica ironica dell’opposizione, a cominciare da quella del segretario generale del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, che attraverso la propria pagina Twitter ha scritto: «Caro Salvini è giusto che il governo paghi i debiti della Pubblica Amministrazione. Ma con i soldi, non con le patacche come i minibot». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MINIBOT: DI MAIO VS TRIA

Nella discussione sui minibot che nelle ultime ore ha visto schierarsi il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, contro la proposta della Lega sull’emissione di titoli di stato di piccolo taglio con cui ripianare i debiti della Pubblica amministrazione prende posizione anche Luigi Di Maio. Il capo politico M5s non sembra condividere le perplessità espresse già da Mario Draghi sul fatto che uno strumento del genere oltre ad essere illegale creerebbe nuovo debito e nella querelle minibot si schiera al fianco dell’alleato leghista con un post su Facebook: “Questa storia dei minibot sta diventando paradossale. Se c’è una proposta per accelerare il pagamento dei debiti commerciali della pubblica amministrazione si discuta. Ci sono migliaia di aziende che aspettano ancora di essere pagate dallo Stato e non è accettabile. Anche perché, quando è un privato a non onorare i pagamenti, poi ne fa le spese, quindi non vedo perché lo Stato se ne debba approfittare. Il Mef dice che sono inutili e che è sufficiente pagare le imprese, allora lo faccia. O che studi un piano per iniziarlo a fare! Perché qui stanno sempre tutti zitti, fermi, immobili, poi appena qualcuno propone qualcosa si svegliano e dicono “ah, no, non si può fare”. Se lo strumento per pagare le imprese non è il minibot, il Mef ne trovi un altro. Ma lo trovi, perché il punto sono le soluzioni, non le polemiche, né le presunte ragioni dei singoli. Ripeto, una parola: soluzioni!”. (agg. di Dario D’Angelo)

MINIBOT, MELONI: “TRIA CAMBI MESTIERE”

E’ querelle sui minibot. Da una parte la Lega, convinta che i suoi “mini” titoli di stato siano utili per ripianare i debiti della pubblica amministrazione, dall’altra invece il ministro Tria e il numero uno della Bce, Draghi, che considerano invece la nuova moneta come illegale o comunque negativa. Sulla vicenda si è espressa anche la segretaria generale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che uscendo allo scoperto nelle ultime ore ha ammesso: «Come fa un ministro dell’Economia ad essere contrario all’emissione di Titoli di Stato che non fanno nuovo debito e che servono a dare un po’ di respiro all’economia reale? Se non vuole i minibot – ha proseguito la leader di FdI – trovi subito i soldi per pagare tutti i debiti della Pubblica amministrazione che stanno strozzando le imprese, possibilmente senza continuare a ingrassare le banche. Altrimenti cambi mestiere». C’è il rischio che si crei un vero e proprio caso in quel di governo, anche perché pochi giorni fa la Camera aveva approvato all’unanimità una mozione per creare «strumenti quali titoli di Stato di piccolo taglio», appunto, i minibot. «O si trovano i soldi per saldare questi debiti – ha sottolineato Lollobrigida, capogruppo a Montecitorio di FdI – o è meglio iniziare a valutare seriamente i Minibot, perché questo ha deciso il Parlamento italiano. La Lega difenda la sovranità nazionale e richiami il ministro a cui ha affidato i destini dell’economia nazionale. Sovranisti lo si è dimostrandosi tali in queste occasioni». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MINIBOT, QUERELLE TRIA-LEGA

Il progetto “minibot” è stato bocciato dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, invita le forze del governo al confronto. «Queste sono proposte che spaventano perché l’Italia ha un certo tipo di debito. Non è un atteggiamento imprudente, sono proposte da discutere», ha dichiarato oggi al convegno dei Giovani Imprenditori. Il braccio destro di Matteo Salvini ha anche chiarito che i minibot «non sono l’anticamera dell’uscita dall’Euro o dall’Europa ma un modo di risolvere la questione del debito della pubblica amministrazione verso le imprese». E ha ribadito che i minibot «sono proposte che devono in qualche modo essere condivise». Secondo Giorgetti il problema del debito può essere risolto producendo reddito e rimborsano capitale e interessi. «Una politica di sola austerità o solo rigore non è sufficiente di per sé per un paese come il nostro per produrre le condizioni per lo sviluppo e rimborsare il debito». (agg. di Silvana Palazzo)

CONFINDUSTRIA, “COME SOLDI DEL MONOPOLI”

Sui minibot si consuma un nuovo capitolo di tensioni all’interno del governo: protagonisti questa volta non Lega e M5s ma Lega e il ministro Tria, il titolare dei conti pubblici che ha bocciato la mozione sponsorizzata dal Carroccio e approvata dal Parlamento. Sulla questione i pareri contrari sono tanti, e non riguardano soltanto “tecnici” come Tria o lo stesso governatore della Bce, Mario Draghi. Basta sentire quel che hanno detto i giovani di Confindustria, attraverso il loro leader Alessio Rapallo, durante la convention di Rapallo:”Pensare che il problema del debito pubblico sia risolvibile con i minibot è come provarci con i soldi del Monopoli”. Dello stesso avviso il numero uno degli industriali, Vincenzo Boccia:”Sui minibot siamo in linea con Draghi, perché significa debito pubblico. Il problema è che noi non possiamo più realizzare debito pubblico, salvo che lo facciamo per investimenti nella logica degli eurobond, da concordare con gli altri Paesi”. (agg. di Dario D’Angelo)

MINIBOT, TRIA SCONFESSA LA LEGA

Torna fortemente d’attualità la questione dei minibot, una sorta di moneta “parallela” proposta dalla Lega per pagare i debiti arretrati della pubblica amministrazione. Il Carroccio la sponsorizza ormai da settimane, ma sembrerebbero essere numerosi gli scettici, a cominciare dal ministro dell’economia italiana, Giovanni Tria, l’ultimo che ha espresso il proprio parere sulla vicenda. A margine del G20 finanziario in corso in quel di Fukuoka, in Giappone, il titolare del Tesoro ha confessato: «Questa è una cosa che sta nel loro programma – le parole dell’esponente del governo riportate dall’edizione online di Repubblica – il ministero dell’Economia ha girato un parere negativo. Penso che in un’interpretazione, quella del debito, non servono – ha proseguito Tria – Nell’altra (che siano una valuta alternativa, ndr), ovviamente, si fanno i trattati e quindi non possono essere fatti».

MINIBOT, TRIA COME DRAGHI: “PARERE NEGATIVO”

Parole che fanno il paio a quanto confessato due giorni fa da Mario Draghi, il governatore della BCE, la banca centrale europea, che senza troppi giri di parole aveva specificato in occasione di una conferenza stampa organizzata il 6 giugno: «I minibot o sono valuta, e quindi sono illegali, oppure sono debito, e dunque lo stock del debito sale. Non credo ci sia una terza possibilità, la lettura che le persone e i mercati danno di questi mini-bot non sembra essere molto positiva». Eppure la Lega continua ad essere convinta della bontà della sua proposta, come ha spiegato anche l’onorevole Borghi, intervistato stamane dall’edizione online de La Stampa: «La risposta formalmente è corretta – spiega l’esponente leghista commentando le parole di Draghi –so bene che è vietato introdurre monete parallele, sarebbe un disastro. La mia proposta è quella di introdurre uno strumento esigibile per il pagamento di debiti della pubblica amministrazione. Dunque non sarebbe nuovo debito, ma la cartolarizzazione di crediti esistenti». Secondo Borghi, con l’introduzione di questa nuova moneta si potrà realizzare la riforma fiscale che il governo, ed in particolare la Lega, ha in mente.