Molto spesso capita che, nei film di animazione, gli aiutanti e le spalle rubino la scena ai protagonisti tanto da diventare a loro volta protagonisti di film o serie parallele: si pensi ai personaggi secondari di moltissimi film Disney o ai pinguini di Madagascar. I Minions sono un caso raro, perché il loro successo ha quasi eclissato e scavalcato – anche in termini di incassi, non solo di popolarità e merchandising – quello di “Cattivissimo me”, la serie Illumination che li ha generati. Quindi, dopo il miliardo abbondante incassato nel 2015 da “Minions”, le piccole creature gialle tornano con un seguito che va a riconnettere le due serie (in attesa di “Cattivissimo me 4”, previsto nel 2024).
“Minions 2-Come Gru diventa cattivissimo” – scritto da Matthew Fogel e Brian Lynch e diretto da Kyle Balda, Brad Ableson e Jonathan del Val – racconta di quando il piccolo Gru undicenne tentò di entrare nei Malefici 6, un gruppo di supercattivi, e finisce coinvolto nel furto di un medaglione cinese dai poteri legati allo Zodiaco.
Se il primo spin-off raccontava la storia dei Minions lungo le ere geologiche, in questa seconda puntata si dà più spazio al loro rapporto con il “mini capo”, è lui al centro del romanzo di formazione da super-cattivo (ma col cuore d’oro, ovviamente), per cui lo slapstick infantile e devastante di cui i piccoli assistenti sono portatori cede un po’ il passo a un’avventura tecnologica molto vicina alla serie madre.
Rispetto alla quale il pubblico di riferimento è più infantile, quindi le sceneggiature diventano più semplici e gli effetti comici più immediati, forse fin troppo, soprattutto perché la porzione di racconto dedicata a Gru e al rapporto con il cattivo mentore Willy Krudo spegne il ritmo e l’interesse e sembra arrancare nella parte centrale, la divisione in due tronconi narrativi non regge l’ambizione e così il pubblico si ritrova ad attendere l’arrivo degli scatenati Minions.
Che, ovviamente, quando giungono non fanno prigionieri, distruggendo il distruggibile, regalando alcune gag notevoli (su tutte, la sequenza in cui prendono possesso di un aereo di linea), scatenando la felicità del pubblico di riferimento e sollevando gli accompagnatori dalla sensazione di stanchezza.
“Minions 2” paga lo scotto legato alla stessa natura dei suoi protagonisti, ossia quello di dover essere al fianco di qualcuno, di essere le spalle di un protagonista, di servirlo nei loro modi catastrofici, rendendo invece complicato comporre storie a loro specifico uso e consumo che durino più di un cortometraggio; se si sopporta questa carenza di ispirazione, cosa che lo spettatore bambino fa senza difficoltà, e ci si lascia trasportare dalla follia adorabile che anima questi improbabili scagnozzi, si esce col sorriso sulle labbra.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI