Torna al centro delle cronache il ministro grillino delle Politiche giovanili Fabiana Dadone. Dopo la foto che ha fatto il giro del web, con tanto di felpa dei Nirvava e scarpette rosse sulla scrivania, la vicenda che vede oggi l’esponente pentastellata sotto i riflettori è senza dubbio più seria, e riguarda alcune indiscrezioni riportate dal quotidiano IlGiornale.it in data 16 marzo, circa la possibilità che alla stessa Dadone possa essere affidata la delega governativa alle politiche antidroga.



Nonostante non si tratta di una decisione ufficiale, ma semplicemente di rumors, la notizia avrebbe già scatenato l’ira di Giorgia Meloni, storica leader dei Fratelli d’Italia, che in queste ore è uscita allo scoperto spiegando: “Ci auguriamo che questa notizia non sia confermata e che il governo possa smentirla ufficialmente”. La Meloni ha alzato la voce, e attraverso una nota pubblicata da IlGiornale e da Askanews, ha spiegato che a suo modo di vedere, sarebbe “molto grave venire a sapere che il compito di combattere l’emergenza droga e dipendenze, che anche a causa del Covid sta assumendo contorni preoccupanti, sia stato affidato ad un parlamentare e ministro grillino che su questo tema si è distinto unicamente per aver sottoscritto le proposte di legalizzazione della cannabis“.



MINISTRA DADONE E LA DELEGA ALL’ANTIDROGA, MELONI CHIAMA A RACCOLTA IL CENTRODESTRA

La Meloni ha poi lanciato un appello agli alleati di centrodestra, Forza Italia e Lega, all’interno del governo del Premier Draghi: “Confido che anche i partiti di centrodestra che siedono nel governo si facciano sentire con forza”, aggiungendo sull’esecutivo in carica: “non è certo questa la discontinuità sulle politiche antidroga, totalmente ignorate da Conte”, che ci si aspettava. Il Movimento 5 Stelle si è mostrato spesso e volentieri favorevole alla legalizzazione della cannabis, fa notare ancora Il Giornale, come quando lo scorso 4 luglio il grillino Giuseppe Brescia pubblicò sulla propria pagina Facebook un post su quando fosse necessario intervenire sulla vicenda: “Se non ora, quando? Se non ora che (almeno in teoria) ci sarebbe una maggioranza parlamentare disposta a farlo… Se non ora che il Paese ha bisogno di idee nuove e vincenti per ripartire… Se non ora che abbiamo compreso fino in fondo tutte le potenzialità di questa pianta straordinaria… Se non ora, quando?”.

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