Agnès Firmin Le Bodo, da poco Ministra della Salute nel Governo di Emmanuel Macron, è accusata di avere ricevuto regali non dichiarati dal valore di 20 mila euro dalle Big Pharma quando era farmacista. La sua carica ad interim era arrivata dopo le dimissioni di Aurélien Rousseau per protesta contro la nuova legge sull’immigrazione. Il percorso nell’esecutivo dell’inventrice del modello francese dell’eutanasia, tuttavia, è iniziato in salita.



La politica, come riportato dal giornale locale Mediapart, è finita sotto inchiesta poiché “sospettata di essersi fatta consegnare in 21 occasioni, tra il 2015 e il 2020, da parte dei laboratori Urgo, dei prodotti di lusso come orologi, bottiglie di vino, magnum di champagne e box per dei weekend”. La casa farmaceutica, attraverso questi regali dal valore di migliaia di euro, “cercava di fidelizzare i farmacisti e aumentare i propri margini commerciali”. Il gruppo a gennaio scorso è stato condannato dal Tribunale di Digione a pagare una multa di 1,12 milioni di euro. Il caso però è tutt’altro che chiuso.



Ministra di Macron accusata per regali da Big Pharma: il caso di Firmin Le Bodo

I magistrati francesi vogliono indagare infatti sulla “percezione non autorizzata da parte di professionisti sanitari di vantaggi procurati da una persona produttrice o commerciante di prodotti sanitari”. Tra le persone sotto la lente di ingrandimento, in tal senso, c’è proprio Agnès Firmin Le Bodo, da pochi giorni passata da vice Ministra a Ministra della Salute nel Governo di Emmanuel Macron. La fuga di notizie e la successiva conferma della diretta interessata ha creato non poco scalpore nell’ambiente politico. 



“Il presidente della Repubblica dovrà prenderne atto e ritirarle le responsabilità”, ha commentato il senatore socialista Yan Chantrel. Una mossa di questo genere tuttavia non appare semplice, anche perché Emmanuel Macron aveva dato ampia fiducia alla inventrice del modello francese dell’eutanasia. La proposta di legge di 21 in merito si basa proprio sulle sue idee. Il rischio dunque è che il Premier debba decidere se puntare sulla credibilità del suo Governo o sulla dolce morte.