Dopo giorni di toto-nomi e retroscena sui ministri papabili del governo Conte-bis c’è finalmente la lista ufficiale della squadra che comporrà l’esecutivo Pd-M5s qualora dovesse ottenere la fiducia da Camera e Senato. Nella Sala alla Vetrata del Quirinale, dopo una breve introduzione del segretario generale Zampetti, è stato lo stesso Presidente del Consiglio Conte, dopo aver sciolto con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la riserva sulla possibilità di accettare l’incarico, a leggere l’elenco dei ministri che lo accompagneranno in questo secondo atto della sua esperienza a Palazzo Chigi. Ecco l’elenco nell’ordine in cui è stato letto dal Presidente Conte, che ha iniziato dai ministri senza portafoglio: Federico D’Incà ministro per i Rapporti con il Parlamento, Paola Pisano all’Innovazione Tecnologica e Digitalizzazione, Fabiana Dadone alla Pubblica Amministrazione, Francesco Boccia agli Affari Regionali e alle Autonomie. E ancora: Giuseppe Provenzano ministro per il Mezzogiorno, Vincenzo Spadafora Politiche giovanili e Sport, Elena Bonetti alla Pari Opportunità e alla Famiglia, Enzo Amendola agli Affari europei, Luigi Di Maio agli Esteri e Cooperazione Internazionale, Luciana Lamorgese agli Interni, Alfonso Bonafede alla Giustizia, Lorenzo Guerini alla Difesa, Roberto Gualtieri ad Economia e Finanze, Stefano Patuanelli al Mise, Teresa Bellanova ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Sergio Costa ministro dell’Ambiente e tutela del territorio e del mare, Serena De Micheli ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Nunzia Catalfo al Lavoro, Lorenzo Fioramonti al Miur, Dario Franceschini ai Beni e attività culturali con delega al turismo, Roberto Speranza ministro della Salute. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.
LISTA MINISTRI, I “REDUCI” DAL GOVERNO GIALLOVERDE
Ora che abbiamo la lista dei ministri del governo Conte è tempo di fare una prima analisi politica rispetto alla composizione del nuovo esecutivo M5s-Pd. Intanto balza all’occhio uno squilibrio di genere: la bilancia pende infatti a favore della presenza maschile (non una novità in Italia) con 14 ministri uomini a fronte di 7 colleghe donne, in un rapporto di 2:1. C’è poi il discorso della richiesta “discontinuità politica” ampiamente richiesta da Nicola Zingaretti, segretario del Pd, rispetto al governo gialloverde: quanti e quali sono i “reduci” da quell’esperienza? Su tutti c’è Luigi Di Maio, che dopo diversi giorni di tira e molla ha fatto propria la casella della Farnesina. Confermati anche Alfonso Bonafede alla Giustizia e Sergio Costa all’Ambiente e tutela del territorio e del mare, oltre ovviamente alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte.
TONINELLI, TRENTA, GRILLO: LE TESTE SALTATE
Sebbene il MoVimento 5 Stelle sia rimasto al governo, nell’intesa con il Pd sono state sacrificate alcune caselle che avevano caratterizzato la precedente esperienza di governo con la Lega di Matteo Salvini. Pensiamo in particolare ad Elisabetta Trenta e a Giulia Grillo, due donne che nel totonomi degli ultimi giorni venivano attribuite di possibile conferma anche per una questione di equilibrio di genere da rispettare. I loro dicasteri, Difesa e Salute, sono divenuti invece oggetto di conquista rispettivamente da parte di Lorenzo Guerini, esponente dem che rappresenta nel governo l’area renziana, e da Roberto Speranza, unico rappresentante di Liberi e Uguali. Nel rapporto tra Pd e MoVimento 5 Stelle sono questi ultimi, seppure di un solo dicastero, a primeggiare nella spartizione degli incarichi per 10 a 9: grillini che in ogni caso possono aggiungere al loro bilancio Palazzo Chigi, sia per la presenza del premier Conte che con quella di Riccardo Fraccaro in qualità di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.