Elena Bonetti, ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, e monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, sono intervenuti su Rai Uno nella serata di mercoledì 19 maggio 2021, nel corso del programma “Porta a Porta”, per affrontare il tema della ripartenza dopo il Coronavirus. A prendere la parola per prima è stata l’esponente di Italia Viva, che ha spiegato che è un momento importante e dobbiamo essere felici del Paese che sta riaprendo. Avevamo promesso come Governo che avremmo costruito la misura per l’assegno unico universale a partire da luglio e siamo contenti di avercela fatta”.



Da luglio, in particolare, sarà erogato un assegno a circa due milioni di nuclei familiari che ad oggi non ricevono alcun assegno per i loro figli. L’importo sarà calcolato in base al reddito Isee e, facendo una proiezione di calcolo su una famiglia con reddito medio di 11-15mila euro Isee, essa riceverà 100-120 euro mensili a figlio. Inoltre, dal terzo figlio in poi scatterà una maggiorazione, che si applicherà anche sui primi due. Purtroppo, però, nella nostra nazione abbiamo una situazione aggravata di povertà e si arriverà anche a fasce di reddito ISEE inferiori, con assegni mensili da 160 euro.

MONSIGNOR PAGLIA: “BENE I SOLDI, MA NON POSSONO BASTARE”

Anche in materia di asili nido, ha dichiarato il ministro Bonetti a “Porta a Porta”, sono previste misure d’investimento. “Nella riforma del Family Act c’è un sostegno sulle spese educative – ha asserito –. Noi abbiamo già anticipato un sostegno attivo alle famiglie con il bonus nido. Il problema è che, ad oggi, meno del 10% della domanda ha una risposta”. Successivamente, ha preso la parola monsignor Vincenzo Paglia, il quale ha voluto sottolineare come le tre fasce di persone abbandonate durante questo periodo siano anche le più fragili: si tratta degli anziani, dei soggetti disabili e dei bambini. Ringraziando quindi il ministro Bonetti per le misure economiche fin qui varate, il religioso ha rimarcato come non possano essere sufficienti per uscire al meglio da questa crisi, non soltanto economica, ma anche e soprattutto psicologica: “Nel Dopoguerra eravamo messi male, ma c’era la speranza – ha affermato –. I nostri Comuni italiani sono vuoti di figli, è come se il nostro Paese si stesse spaesando. Dobbiamo riscoprire la gioia di avere nipoti, figli, parenti, amici”.

Leggi anche