Il ministro della Transizione ecologica Cingolani è anche un dirigente di Leonardo in aspettativa: c’è un conflitto d’interessi? E’ questa la domanda che si è posto il quotidiano “Domani“, oggi in edicola con un lungo articolo a firma Giovanna Faggionato. Nel pezzo si sottolinea come proprio negli ultimi giorni del governo Conte, in qualità di Chief technology and innovation officer dell’azienda operante nel settore dell’aerospazio e della difesa, Cingolani avesse elencato in Parlamento il vasto elenco di tecnologie per le quali la sua società poteva candidarsi ad operare nell’ottica del Piano di ripresa e resilienza finanziato dal Recovery Fund.
Il caso – o più correttamente la politica – ha voluto che proprio Cingolani, nel giro di poche settimane, si trovasse ad essere uno dei ministri che hanno il potere di decidere come e a chi assegnare quei lavori e qui fondi. Una questione non da poco visto che Cingolani, a Leonardo, è soltanto in aspettativa.
MINISTRO CINGOLANI, CONFLITTO DI INTERESSI CON LEONARDO?
La “legge Frattini” che regola il conflitto di interessi per i membri del governo, varata durante l’esecutivo Berlusconi nel 2004, fu all’epoca accusata di avere maglie troppo larghe. Essa prevede un periodo di incompatibilità di un anno “dal termine della carica di governo nei confronti di enti di diritto pubblico, anche economici, nonché di società aventi fini di lucro che operino prevalentemente in settori connessi con la carica ricoperta“. Rispetto alla situazione di Cingolani, Domani scrive: “Fonti di Leonardo spiegano che dal 19 febbraio scorso il suo incarico come responsabile della tecnologia e dell’innovazione è stato affidato ad interim al direttore generale Valerio Luigi Cioffi, che dall’autunno 2020 guida la direzione che riporta direttamente all’amministratore delegato Profumo sui progressi del piano strategico 2030. L’interim durerà solo fino alla nomina di un successore. Il ministro Cingolani attualmente resta un dirigente di Leonardo in aspettativa non retribuita. La durata dell’aspettativa dipende da quanto durerà l’incarico di Cingolani come ministro: l’aspettativa dura, dicono dal ministero della Transizione ecologica, «fino a fine mandato». In teoria, quindi, concluso l’incarico, il ministro tornerà a fare il manager di Leonardo. Anche se potrebbe andare diversamente e potrebbe non tornare indietro, soprattutto se l’incarico durasse due anni e cioè «fino alla fine della legislatura», ci dice il ministro“.
Proprio Cingolani, dal canto suo minimizza: “Faremo gare europee e l’ente gestore di queste gare non è il ministero“. Sul suo conflitto di interessi dice di non aver avuto molto tempo per pensarci, mentre lavorava alla stesura del Piano di ripresa e resilienza. Il ministro della Transizione Ecologica ci tiene però a rimarcare che le tecnologie di Leonardo sono trasversali al punto che potrebbe “competere su qualsiasi gara, ma non si può fare nemmeno reverse discrimination(discriminazione al contrario)”. Cingolani comunque assicura: “Se si prende una decisione sull’assetto azionario di Leonardo potrò astenermi“, per il resto, per quanto riguarda decisioni del suo ministero o degli altri ministri “seguirò tutto quello che mi dicono di fare“.