BUFERA IN ISRAELE SUL MINISTRO ELIYAHU: “BOMBA ATOMICA SU GAZA È POSSIBILE”

«Una bomba atomica è possibile su Gaza»: bastano poche parole in Israele al Ministro per la Tradizione Ebraica e il Patrimonio edilizio, Amichai Eliyahu, per far “esplodere” una bufera diplomatica in pieno corso della guerra contro Hamas. Mentre già all’ONU diverse nazioni si sono schierate contro Israele accusandola di crimini contro l’umanità per l’offensiva via terra ingente dopo gli attacchi terroristici di Hamas dello scorso 7 ottobre, le parole del Ministro Eliyahu non aiutano di certo a rendere più “tranquilla” la già difficile opera di mediazione in corso nella comunità internazionale.



Tutto nasce dall’intervista che il Ministro titolare nel Governo di unità nazionale – nato dopo l’inizio della guerra con Hamas – rilascia all’emittente radio Kol Barma lo scorso sabato: uno dei giornalisti, Yaki Adamker, incalza Eliyahu il quale replica «Non daremmo aiuti umanitari ai nazisti. A Gaza non esistono persone non coinvolte». Quando però gli viene chiesto «E allora dovremmo sganciare una bomba atomica su tutta Gaza?», è la risposta del Ministro a lasciare spiazzati: «Questa è una delle possibilità». Viene poi fatto notare a Eliyahu che a Gaza ci sarebbero, oltre ai civili palestinesi, anche 240 rapiti israeliani in ostaggio: «Preghiamo e speriamo nel loro ritorno, ma in guerra ci sono anche dei prezzi».



NETANYAHU SOSPENDE IL MINISTRO A TEMPO INDETERMINATO: “PAROLE FUORI DALLA REALTÀ. ELYAHU RITRATTA MA NON SI SCUSA

Il leader dell’opposizione Yair Lapid si scaglia immediatamente contro il Ministro proveniente dal partito di destra “Otzma Yehudit”, chiedendo che Eliyahu venga subito fermato: «Un irresponsabile, Netanyahu lo licenzi. Dichiarazione folle e scioccante di un ministro irresponsabile». Passano poche ore ed è lo stesso Premier Bibi Netanyahu ad intervenire sulla vicenda prima dissociandosi nettamente, poi sospendendolo a tempo indeterminato: «Sono parole fuori dalla realtà. Israele e il suo esercito operano secondo i più alti standard del diritto internazionale per prevenire danni ai civili non coinvolti, per non colpire innocenti, e continueremo a farlo fino alla vittoria».



Subito dopo arriva la conferma della “defenestrazione” del titolare del Patrimonio edilizio e tradizione ebraica: «Il presidente d’Israele, Benjamin Netanyahu, ha sospeso dalle riunioni del gabinetto di governo, a tempo indeterminato, il ministro Amihai Eliyahu», viene reso noto dall’ufficio del Premier. Dopo la bufera creata con le sue parole, l’ormai Ministro sospeso interviene sui social provando a ritrattare senza però scusarsi ufficialmente: «È chiaro a chiunque abbia un cervello che le parole sull’atomica erano metaforiche. Dobbiamo davvero mostrare una risposta forte e spropositata al terrorismo, che chiarisca ai nazisti e ai loro sostenitori che il terrorismo non paga», Secondo Eliyahu, «Questa è l’unica formula con cui le democrazie possono affrontare il terrorismo. Allo stesso tempo, è chiaro che lo Stato di Israele è obbligato a fare di tutto per riportare a casa gli ostaggi vivi e in buona salute». A Netanyahu però e all’intero Governo queste parole non sono bastate per reintegrarlo.