AUSTRALIA CHOC: LA PREMIER DELLO STATO DI VICTORIA NOMINA UN NUOVO MINISTRO “PER IL COMPORTAMENTO MASCHILE”

«Segretario parlamentare per il cambiamento del comportamento maschile»: al di là della “logorroica” formulazione, il nuovo incarico affidato dalla Premier dello stato di Victoria in Australia al suo neo “ministro” è il primo caso mondiale di genuflessione alla cultura woke. Siamo un po’ eccessivi e duri? Forse, ma la storia che arriva nell’altro “Oltre Oceano” non è che si distanzi molto dai racconti quotidiani che in Usa, Uk e purtroppo anche in alcuni settori europei, inquadrano l’evoluzione di una cultura “politicamente corretta” ma sostanzialmente vuota.



L’annuncio del nuovo incarico è stato dato direttamente dalla Premier del Victoria, uno degli Stati dell’Australia meridionale, Jacinta Allan al suo nuovo segretario parlamentare: si chiama Tim Richardson e in questi giorni è divenuto ufficiale il suo compito di “cambiare il comportamento maschile”: il ruolo punta a ridurre il grado di violenza contro le donne, in risposta alle raccomandazioni giunte dalla Commissione reale sulla violenza familiare. La Premier laburista vuole dunque che Richardson svolga un ruolo ministeriale “junior”, in appoggio ai Ministri e a fianco dei parlamentari del Victoria: il compito è quello di “vigilare” e allo stesso tempo di “educare” al corretto comportamento nei confronti delle donne e delle minoranze: «dobbiamo rendere Victoria un luogo più sicuro per donne e bambini»



LA CULTURA OCCIDENTALE “GENUFLESSA” AL WOKE: COS’È SUCCESSO IN VICTORIA

In una ulteriore nota pubblicata nel scorse ore sul portale del Governo di Victoria, la Premier Allan ha spiegato che la nomina del segretario atto al “comportamento maschile” è un primum in Australia e si concentrerà «in gran parte sull’influenza che Internet e i social media hanno sull’atteggiamento dei ragazzi e degli uomini nei confronti delle donne e sulla costruzione di relazioni rispettose». Secondo Richardson, il “ministro” per il cambiamento del comportamento, la nomina è un momento perfetto per poter agire contro la violenza maschile: «Non è un lavoro facile, ma è importante e non possiamo permetterci di non affrontarlo e di perdere un momento».



La notizia ha fatto rapidamente il giro del web e non sono pochi in Australia a vedere alcune perplessità, a partire dall’effettivo ruolo che avrà il nuovo segretario laburista in assistenza a parlamentari e ministri: «segnalazione virtuale», «segnalazione di presunti comportamenti inadatti» e proposte di «espulsione». Insomma, un “Ddl Zan” in salsa australiana che non pochi timori impone in chi vede un rischio concreto per la libertà di stampa: secondo il giornalista e conduttore radiofonico a Sydney, Ben Fordham, la proposta del Governo del Victoria è sbagliata a iniqua. «Questo da parte del Premier Allan si appoggia semplicemente a questo tipo di punizione collettiva a cui abbiamo assistito di recente, trattando tutti gli uomini come nemici, invece di prendere di mira i bastardi corrotti che danneggiano le donne»; il tema è proprio questo, una punizione e genuflessione alla “cultura woke” – politicamente corretta con le minoranze, gender-friendly e in difesa della donna contro la categoria maschile “sempre colpevole” – che svende il pensiero e mina la cultura della libertà nata in Occidente. Il “cambiamento del comportamento” si avvicina poi sinistramente alla “polizia del pensiero” preconizzata da Orwell: una segnalazione – anzi, una delazione – volta a “modificare” il comportamento che non sembra essere particolarmente utile per combattere la vera piaga della violenza contro le donne, e di contro rende la categoria degli uomini sul costante “pentimento” di qualcosa che la stragrande maggioranza di loro non ha mai neanche ipotizzato di commettere.