MEMORANDUM TUNISIA, PER L’EX MINISTRO MINNITI È UN SUCCESSO DEL GOVERNO

La firma del memorandum a Cartagine tra Tunisia ed Unione Europea, secondo il Presidente della Fondazione Med-Or di Leonardo Marco Minniti, è stato un pieno successo dell’Ue ma soprattutto del Governo Meloni. Lo spiega oggi in una lunga intervista a “Libero Quotidiano” l’ex Ministro degli Interni in quota Pd: l’accordo siglato tra il Presidente tunisino Saied e il trio di leader Ue Von der Leyen-Meloni-Rutte «è un successo per il nostro governo e per l’Europa che fa da apripista per la stabilizzazione dell’Africa che è il fronte secondario della guerra asimmetrica con l’Ucraina».



Secondo la linea diplomatica e geopolitica che da anni Minniti persegue al netto delle maggioranze politiche del momento, dopo lo strategico accordo raggiunto in Tunisia «bisognerà pensare alla Libia, all’Egitto (a cui il Fmi ha già concesso un notevole prestito, che in queste ora sta accogliendo i profughi dal Sudan) e al Niger, paese del Sahel importante per i flussi e il terrorismo islamico»». Intanto però il memorandum in Tunisia è di sicuro un «grande passo verso la stabilizzazione della Tunisia, una scelta politica che non ha guardato al Fondo Monetario che ha severe misure di taglio di spesa sociale cui subordina gli aiuti a Saied. Ovviamente per la Ue i diritti umani non saranno ignorati. Non dimentichiamoci il significato simbolico per una democrazia nata e – unica conservata dopo le primavere arabe».



CAOS AFRICA E MIGRANTI, MINNITI: “MELONI FACCIA COME LA MERKEL E NON ASPETTI LE EUROPEE”

Le prossime sfide per l’Europa rischiano di essere ancora più delicate, specie se il conflitto in Ucraina non dovesse risolversi nei prossimi mesi, ma occorre tenere aperti i riflettori su cosa potrebbe succedere in Africa dove si rischia un’autentica “migrazione biblica” per il mix di guerre, fame e clima. Minniti prosegue puntando il dito sull’Europa perché possa fare molto di più e molto meglio l’agenda del futuro prossimo: «Ci vuole qualcuno alla Ue che apra la strada, che aiuti l’Africa e non solo per i flussi. Io credo che nella sua visione del mondo, l’Onnipotente ci abbia messo in una collocazione geograficamente strategica strepitosa: il crocevia tra l’Occidente e il sud del mondo».



Ebbene, secondo l’ex Ministro del Viminale, questo “carico” se lo dovrebbe prendere subito l’Europa solo che è «assediata dalla burocrazia e non c’è tempo per attendere i risultati delle prossime elezioni continentali». Minniti spiega sempre a “Libero” cosa avvenne quando vi fu la crisi dei proflighi siriani in fuga dalla guerra: «fu la Merkel a prendere l’iniziativa nell’accordarsi con Erdogan che fermò i flussi per 3 miliardi di euro dopo raddoppiati. L’Europa, che rischia sempre di trovarsi in una tenaglia umanitaria, poi venne dietro. Ma fu la Merkel». Ecco, secondo Minniti quel ruolo che prese a suo tempo la Cancelliera tedesca oggi lo dovrebbe prendere senza dubbio la Premier Giorgia Meloni: «non solo può, ma deve avere il ruolo della Merkel per spezzare lo stallo africano e stabilizzare i territori, risolvere la questione dei “movimenti secondari”. Che si chiami “Piano Mattei” o altro fa lo stesso. La sfida è fondamentale per i destini dello stesso Occidente».