Non si può escludere lo scoppio di una terza guerra mondiale per Marco Minniti. L’ex ministro dell’Interno, attualmente presidente della Fondazione Med Or, a L’Aria che tira ha analizzato gli scenari della guerra tra Russia e Ucraina. “Non possiamo escludere un’escalation con l’uso di armi chimiche e tattiche nucleari. Noi non possiamo sottovalutare nulla in questo momento”, ha dichiarato nella puntata di oggi. Per Minniti bisogna inchiodare alle sue responsabilità chi ha iniziato tutto ciò: “Si chiama Vladimir Putin. Se lo diciamo tutti insieme, non abbiamo risolto il problema, ma diamo il segno di una consapevolezza”.



Secondo Marco Minniti la guerra in Ucraina è destinata a continuare “ancora per un certo periodo di tempo”, in quanto vi è una riorganizzazione in corso dell’esercito russo. A proposito, invece, del discorso dell’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Minniti lo ha definito “drammatico” per la gaffe (“i cadaveri a Bucha non c’erano prima dell’arrivo russo”) e la confusione che ha avuto in un passaggio. “Quando è tutto confezionato tutto ciò non accade”.



MINNITI “UE DECISIVA PER FINE GUERRA IN UCRAINA”

Il massacro di Bucha segna comunque uno spartiacque per Marco Minniti, “ma rende più complicata la trattativa”, spiega a L’Aria che tira. “Zelensky non può tradire le aspettative del suo popolo, è una partita delicatissima”. Il punto cruciale comunque è come uscire dal conflitto, non le cause. “Dobbiamo trovare una soluzione per evitare una guerra a bassa intensità. Avere mesi di guerra nel cuore dell’Europa è sconvolgente da tutti i punti di vista”. La via d’uscita per Minniti la può trovare solo l’Europa.

Conosco tutte le difficoltà dell’Ue, ma ha un ruolo chiave. È la partner fondamentale di un progetto sulla nuova Ucraina, non contro la Russia. Dobbiamo rassicurare Zelensky. Bisogna essere rigorosi sul terreno delle sanzioni”. Quanto detto da Borrell è per l’ex ministro “agghiacciante”: il riferimento è ai 35 miliardi dati alla Russia per l’importazione del gas. “Dobbiamo intervenire lì, ridurli il più rapidamente possibile. Non possiamo finanziare il principale aggressore”. Inoltre, bisogna dargli una carta politica: far rinunciare l’Ucraina alla Nato, ma farla entrare nell’Unione europea.