“ACCORDO UE-TUNISIA, BENE IL GOVERNO SUI MIGRANTI”: PARLA L’EX MINISTRO MINNITI

Marco Minniti lo aveva già detto tre giorni fa al “Foglio” dopo il via libera dell’Italia al patto sui migranti in Ue passato al Consiglio Europeo per gli Affari Interni: «Meloni due giorni fa in Lussemburgo sui migranti ha rotto con Polonia e Ungheria, è una cosa politicamente enorme, è una svolta enorme». Nella lunga intervista oggi a “La Stampa” è ancora l’ex Ministro dell’Interno nei Governi Renzi e Gentiloni a sottolineare l’importanza di quel patto all’interno degli accordi presi da Meloni, Von der Leyen e Rutte nella visita di domenica in Tunisia dal Presidente Saied.



«Il viaggio a Tunisi della Presidente della Commissione è legato alla discussione sul nuovo Patto. Quello è proiettato sulla dimensione esterna all’Europa»: secondo Minniti indubbiamente qualcosa di “grosso” è avvenuto, «per la prima volta il Consiglio Europeo si occupa di Africa». Si era sempre detto nel passato, a volte anche sfiorato, ma mai fino ad ora raggiunto secondo l’esponente Pd: «stavolta è successo. Onore all’Italia che si è spesa e c’è riuscita». Nel lodare il Governo Meloni per l’intento raggiunto, Minniti sottolinea che il cambio di fase p solo iniziato, «ancora non c’è un cambio di paradigma». Secondo l’ex Ministro il vero cambiamento sarà quando si supererà per davvero il Patto di Dublino (resta infatti ancora la questione emergenziale dei Paesi di primo approdo, ndr), ma sicuramente una svolta c’è stata: resta il monito alla politica per le scelte ancora da prendere, «non mi sembra che l’Europa democratica faccia una gran figura con il meccanismo della monetizzazione degli oneri».



MINNITI: “ECCO QUALE PATTO SERVE PER SBLOCCARE IL CAOS IN AFRICA”

Minniti riconosce al Governo Meloni di aver insistito sul tema migranti davanti ad un’Europa spesso sorda al problema: «è importante guardare ai fatti ma soprattutto chiedere alla mia Europa di essere ambiziosa e di avere una visione del cambiamento, si chiama riformista». Marco Minniti rifiuta la versione della sua parte politica sull’impossibilità di arrivare ad accordi con un “mini-dittatore” come il leader tunisino e anzi afferma come l’Europa debba elaborare una strategia utile ad evitare ulteriori massacri in Africa e al contempo pure l’immigrazione incontrollata sulle coste italiane.



La speranza di Minniti è di vedere nel prossimo Consiglio Ue un «Piano per l’Africa che investa almeno 3 miliardi per il 2023», cioè la stessa cifra data alla Turchia per fermare i proflighi siriani a suo tempo. L’ex Ministro dell’Interno se la prende poi anche con il Fondo Monetario Internazionale che chiede pressanti scadenze alla Tunisia: «Fmi ha firmato da poco l’accordo con l’Egitto molto simile a quello in discussione con la Tunisia. A loro interessano gli aspetti economici, non altro», mentre le strategie politiche devono rimanere in seno all’Europa «e non al Fmi». E quindi la “ricetta” quale sarebbe per Minniti? Lo spiega sempre a “La Stampa”: «Occorre che l’Europa e l’Africa facciano un grande patto sulla sicurezza, sull’energia e sì, anche sull’emigrazione. I due continenti dovranno governare assieme i flussi». Non solo, l’ex titolare del Viminale prima di Matteo Salvini aggiunge «Se la Tunisia, ad esempio, avesse la garanzia di trentamila visti ogni anno, con canali trasparenti e legali, attraverso le ambasciate, potrebbe allora considerare di reprimere i canali illegali. Ma ci vuole rispetto reciproco – conclude -. Se l’Europa si presenta con la logica del bastone e della carota, quel popolo potrebbe anche decidere di sorprenderci tutti e di allearsi con l’autocrate. Sa, pochi raccontano che Saied ha per principale alleato il sindacato e insieme si oppongono alle misure di austerità richieste dall’Fmi. Noi non dobbiamo cadere nella sua trappola».