MINOLI “BASTA CON LA SOLITA COMPAGNIA. FAZIO-ANNUNZIATA? MI ASPETTO ARIA NUOVA”

Controcorrente, come spesso gli capita, sebbene rimanendo nei toni “canonici” a differenza di quanto visto in questi giorni con Michele Santoro: in una intervista al “Corriere della Sera”, Giovanni Minoli traccia il suo personale commento sulla situazione in corso in Rai dopo le nomine del Governo Meloni. Gli addii “rumorosi” di Fazio e Annunziata, il quasi partente Massimo Gramellini e in generale un giro di nomine tutt’altro che accettate dal Centrosinistra che lamenta (solo oggi, ndr) la “lottizzazione” del servizio pubblico: il caos è servito e per l’ex Presidente della Rai con una pluridecennale presenza a Viale Mazzini il giudizio è tratto.



In merito alle dimissioni di Fazio e Annunziata, Minoli rileva «sono due signori professionisti che, per ragioni personali, se ne sono andati. Fazio aveva una trattativa in corso da mesi (con Discovery, ndr)». Annunziata invece va via, come da lei stessa ammesso, «perché non è d’accordo con questo governo: ma se è stata direttore di rete con qualsiasi governo e presidente Rai con Berlusconi premier! Faccio loro tanti auguri ma non li capisco». Fin dalla vittoria alle Politiche, la Premier Meloni ha parlato di una sorta di “liberazione” da «un intollerante sistema di potere» in cui si lavorava, tra tv e cultura, solo se di sinistra. Qui Minoli concorda e conferma: «è così. Finora la compagnia di giro è sempre stata la stessa: opinionisti che non so quanto davvero rappresentino il Paese, visti i risultati elettorali. Ora mi aspetto di vedere aria nuova: nuovi autori, nuovi programmi».



“LA RAI NON È STATA OCCUPATA, SOLO APPLICATA LA LEGGE”: PARLA GIOVANNI MINOLI

In merito alle accuse di “Rai occupata” e di lottizzazione, Giovanni Minoli tira le orecchie alle critiche piovute a sinistra contro la nuova Rai di Roberto Sergio e Giampaolo Rossi: «C’è una legge, la Renzi, che fa dipendere la Rai dal governo in carica: la si è applicata. Punto». Una cosa buona, va detto, quella legge l’avrebbe creata, sottolinea l’ex conduttore di “Mixer”: «il governo sceglie l’amministratore delegato, che ha il compito di fare sintesi nel pluralismo».

Un pluralismo che ha il compito di far ripartire la Rai, «devono far ripartire un’azienda immobile da tre anni, velocemente e bene, con gli occhi puntati addosso e tanti pregiudizi. Gli stessi che gravano su Meloni che però li sta smontando tutti». Secondo Minoli comunque il nuovo ad Rai Roberto Sergio «un uomo di mediazione e buon senso. Vediamo se ha la grazia di stato». In generale però osservare tutto il trambusto generato attorno alle nuove nomine Rai non scandalizzano affatto il navigato giornalista e conduttore: «La situazione ha dei lati comici. La tv a giugno e luglio sembra il calciomercato: si comprano i giocatori, cambiano gli allenatori, tutti pensano di vincere il campionato. Poi a gennaio iniziano i dubbi e si ricomincia».