Triplicano i casi di minorenni pedofili: 150 segnalazioni nel 2022

Dall’ultima relazione operativa della Polizia postale emerge un preoccupante aumento di minorenni pedofili nel corso degli ultimi anni. Non solo aumentano i casi di pedofilia propriamente intesi, con adulti ‘orchi’ che talvolta seviziano giovani e giovanissimi ed, altre volte, si limitano (per così dire) allo scambio di immagini e foto che ritraggono bambini e bambine; ma anche quelli compiuti dagli stessi ragazzi, con una preoccupante media di età del primo reato fissata a 15 anni.



Nel 2022, riferisce la Polizia postale, sono stati 150 i casi di minorenni pedofili. Un numero che assume un aspetto differente se guardato nell’ottica del passato, scoprendo che nel 2016 i casi analoghi erano stati ‘solamente’ (di nuovo, per così dire) 20, mentre nel 2021 erano stati 49. Nell’ultimo anno, in altre parole, i casi sono triplicati. Nella maggior parte dei casi, inoltre, vengono segnalati in quanto pedofili minorenni ragazzi, con un’età media di 15 anni. “Sono cambiati gli approcci dei minori alla rete”, spiega Maria Rosaria Romano, direttrice della Seconda divisione della Postale di Roma, parlando con Libero. Oggi, spiega, alla pornografia “ci arrivano prima e quindi si imbattono in una serie di pericoli“.



Crepet: “Genitori sempre più irresponsabili, si occupino dei figli”

Tra i minorenni pedofili negli ultimi anni si è parlato particolarmente dei 6 minori di 16 anni che nel Comasco a settembre sono stati denunciati per lo scambio, in una chat di classe, di materiale pedopornografico. Ma anche i sette denunciati a Pescara o gli otto a Pisa (che hanno scambiato foto di neonati abusati), e come dimenticare i 30 minori indagati nella maxi operazione del 2019, sempre per lo scambio, in chat, di materiale che ritraeva bambini e neonati.

Lo psichiatra Paolo Crepet, commentando l’aumento dei minorenni pedofili, non si dice particolarmente stupito dal dato, ricordando i casi di Caivano e Palermo. “Casi molto brutali”, spiega ancora a Libero, “ma a 14/15 anni i giovani non sanno cosa sia la brutalità. Tuttavia oramai fanno sesso già da prima. E i social sono veicoli di sessualità. I genitori”, sottolinea, “sempre più irresponsabili, dovrebbero iniziare a occuparsi dei propri figli, per esempio togliendo loro il cellulare”. Secondo il direttore della Sipf (Società italiana di psichiatria forense) Enrico Zanalda, invece, i fattori dietro all’aumento dei minorenni pedofili sono almeno tre: “Anzitutto c’è una facile accessibilità grazie a internet, poi gli adolescenti hanno una forte curiosità sessuale e, di contro, poca consapevolezza del valore dell’illegalità”.