La Procura di Latina ha aperto un’inchiesta in seguito alle accuse rivolte da diversi minorenni nei confronti della cooperativa della moglie di Aboubakar Soumahoro, paladino dei migranti eletto con Sinistra Italiana e Verdi alle ultime politiche. Come riportato dai colleghi di Repubblica, i migranti hanno confessato di essere stati maltrattati nelle due cooperative pontine gestite dai parenti del sindacalista, per la precisione dalla moglie e dalla suocera.
Ma non è solo. I migranti ragazzini hanno spiegato alle autorità di essere stati privati anche dei servizi essenziali, come luce e acqua. I carabinieri stanno già indagando sulle cooperative Karibu e Consorzio Aid, considerando che parecchi lavoratori hanno affermato di non ricevere lo stipendio da quasi due anni, di essere stati costretti a lavorare in nero, con tanto di fatture false per poter ottenere la paga. Una situazione molto delicata: gli investigatori hanno acquisito diversi documenti, compresi quelli rinvenuti nei cassonetti a Sezze, dove ha sede la Karibu.
“Minorenni sfruttati e discriminati”
“L’elettricità e l’acqua sono state tagliate per molto tempo. Non c’è cibo né ci sono vestiti. Stavamo lavorando e poi ci hanno spostato in un posto a Napoli peggiore del primo e tutti quelli che lavorano qui sono razzisti”, la confessione del giovane Nader, uno degli ospiti delle strutture per migranti a Latina gestite dalle coop della suocera e della moglie dell’onorevole Soumahoro. Un altro giovane, Ziyad, ha ribadito l’assenza di acqua ed eletticità. Testimonianze confermate anche da altri migranti minorenni, con il sindacato Uiltucs in prima linea per chiedere chiarezza. La Karibu – dove la moglie di Soumahoro è consigliera – nel 2021 ha anche ricevuto contributi a fondo perduto Covid per 227 mila euro ma ha anche accumulato debiti milionari. Il Consorzio Aid, invece, nel 2020 ha ottenuto l’affidamento di vari servizi per stranieri dalla Prefettura di Latina, dal Comune di Latina e da quello di Termoli. In prima linea contro lo sfruttamento dei lavoratori stranieri, Soumahoro è intervenuto su Facebook per prendere posizione sulla vicenda, rimarcando di non aver nulla a che fare: “Non sono né indagato né coinvolto in nessuna indagine dell’arma dei carabinieri, di cui ho sempre avuto e avrò fiducia. Non consentirò a nessuno di infangare la mia integrità morale. Per questo, dico a chi pensa di fermarmi, attraverso l’arma della diffamazione e del fango mediatico, di mettersi l’anima in pace”.
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