LA DECISIONE DEI PEDIATRI USA SUI TRATTAMENTI DI GENERE PER I MINORI
Negli Stati Uniti non è solo la legislazione sull’aborto ad agitare le corti e i Congressi dei singoli Stati federali: il tema dei minori trans e dei trattamenti di rassegnazione del genere tengono banco tra alcuni leggi abrogative (in Texas, Florida, Tennessee e Kentucky, giusto per citare gli ultimi casi) e medici-attivisti che invece proseguono sulla linea pro-queer sottolineando quanto sia giusto e corretto che dei minori, a volte anche dei bambini, possano intraprendere il percorso o degli interventi trans o della cura “alternativa” con ormoni e bloccanti pubertà.
Per tutti questi motivi era atteso il parere ufficiale dell’American Academy of Pediatrics che doveva pronunciarsi sulla sua precedente posizione del 2018 che in sostanza dava il via libera ai trattamenti, provocando un effetto a domino che portò ben 19 Stati e vietare le operazioni su minori per renderli trans. Secondo quanto riportato oggi dal New York Times, lo scorso giovedì 3 agosto il gruppo dei pediatri Usa ha dato nuovamente il via libera al trattamento di genere aggiungendo però un’avvertenza per creare una commissione di revisione sistematica della ricerca medica sui trattamenti.
CAOS MINORI TRANS IN USA: “I BLOCCANTI DELLA PUBERTÀ VANNO BENE, OCCORRE PERÒ REVISIONE”
«Il consiglio è fiducioso che le prove esistenti siano tali che l’attuale politica sia appropriata», spiega Mark Del Monte, amministratore delegato dei pediatri Usa (AAP), «Allo stesso tempo, il consiglio ha riconosciuto che ulteriori dettagli sarebbero stati utili qui», Tutti i 16 membri del consiglio AAP, che rappresenta circa 67mila pediatri negli Stati Uniti, hanno votato a favore dei trattamenti per minori “trans” dopo una lunga fase di pressione delle sigle LGBTQ+ per poter autorizzare i medici che si prendono cura delle persone transgender.
In primo luogo, l’AAP ha fermamente condannato i divieti legislativi di questi anni come una «pericolosa intrusione in complesse decisioni mediche tra medici e famiglie», sostenendo invece che tanto gli interventi chirurgici quanto i trattamenti di cura per la riaffermazione del genere (psicoterapia, farmaci per bloccare la pubertà e ormoni) sono corretti e scientificamente provati. Non sono dunque stati ascoltati gli scienziati che dall’Europa agli Usa consigliavano di non continuare a raccomandare i trattamenti per i minori prima di completare la revisione rigorosa in ambito scientifico. I motivi legati alla richiesta di una commissione per la revisione sistematica della ricerca medica, spiega ancora il NYT, riguarda gli sforzi compiuti in Europa e Uk negli ultimi anni che hanno spesso trovato «prove incerte sull’efficacia negli adolescenti dei trattamenti di genere», oltre a disagi e traumi inferti in molti dei giovani “trattati”. Secondo il rappresentante dei pediatri, «Per quanto riguarda i cambiamenti politici in Europa, loro si sono impegnati nel loro processo, noi ci stiamo impegnando nel nostro processo». La mossa dei pediatri sta «mettendo molto chiaramente il carro davanti ai buoi», ha affermato il dottor Gordon Guyatt, un epidemiologo clinico presso la McMaster University che ha contribuito in questi anni a sviluppare il campo della medicina basata sull’evidenza, «Le politiche degli europei sono molto più allineate con l’evidenza rispetto a quelle americane». La dottoressa Julia Mason, pediatra di Gresham (Oregon) ha co- fondato un gruppo chiamato Society for Evidence-Based Gender Medicine che da tempo è molto critico nei confronti dei trattamenti di genere per i minori: sebbene non condivida il sostanziale via libera dei pediatri ai trattamenti per trans, considera comunque importante che quantomeno «il gruppo abbia finalmente deciso di esaminare da vicino i dati». Resta però lo scetticismo sulla posizione di base, tant’è che la dottoressa ha sottolineato al NYT «Stiamo formulando forti raccomandazioni basate su prove deboli».
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