MINORI TRANS E LA “PROTEZIONE” DELLO STATO DEM DI WASHINGTON
Seguendo la “celebrazione” svolta in questi mesi dalla Presidenza di Joe Biden che ha esaltato i trans americani in quanto «modellano l’anima del Paese» e si ribellano giustamente di «troppi diritti negati», si fa particolarmente spinosa la situazione che vede coinvolti in particolari i minori trans nello Stato di Washington (governato dal Partito Democratico americano con Jay Inslee). Nel silenzio quasi generale qui in Italia (ad eccezione del quotidiano “La Verità” con un ampio editoriale domenica, ndr) è stata varata lo scorso mercoledì una nuova legge dalla Camera dello Stato di Washington (il Senate Bill 599) che istituisce una speciale protezione ai giovani intenzionati a cambiare sesso.
In sostanza, la legge passata con 57 voti contro i 39 contrari dei Repubblicani, ai centri di accoglienza viene vietato di rendere i minori transessuali tracciabili dai genitori, specie quelli in dissenso rispetto all’operazione di cambio genere dei propri figli. Manca ora solo l’approvazione finale del Senato locale dato però per scontato visto la maggioranza Dem anche nel secondo ramo del Parlamento di Washington: dopo questo voto, il Governatore Inslee ha 90 giorni di tempo per firmare definitivamente la nuova legge. «È una legge scudo», spiegano i Dem, simile a quelle già visto in altri Stati a guida dem come la California. Accoglienza, non tracciabilità e quant’altro: se la famiglia è contro il cambio di esso allora lo Stato arriva a nascondere i minori che fuggono da quei contesti familiari.
LEGGE DEM E MINORI TRANS: IL DIBATTITO ESPLODE NEGLI USA
La norma vigente imponeva al centro di accoglienza per l’iter di “riassegnazione sessuale” di informare la famiglia qualora in presenza di minorenni: ebbene, la Senate Bill 599 d’ora in poi impedirà tutto ciò rendendo così protetto il minore trans dal dissenso familiare. Seguendo in pieno la linea dei “diritti LGBTQ” sui cui la Casa Bianca ha spinto molto l’acceleratore – contro i Gop considerati nemici dalla “culture woke” americana – ecco che la legge si appresta ad essere imitata anche da altri Stati negli Usa.
Secondo il senatore Marko Liias che ha proposto tale legge a Washington, l’iter di cambio genere è valida perché «i bloccanti della pubertà e le procedure per il cambio di sesso hanno dimostrato di ridurre i tassi di esiti negativi della salute mentale, costruire l’autostima e migliorare la qualità complessiva della vita per i transgender». Il tema però non è affatto meramente politico, come dimostra un recente appello lanciato da Kamran Abbasi (docente all’Imperial College di Londra e caporedattore del “British medical journal”), riportato ieri da “La Verità”: «a sempre più giovani vengono offerti interventi medici e chirurgici per la transizione di genere, a volte aggirando qualsiasi supporto psicologico. gran parte di questa pratica clinica è sì supportata da società e associazioni mediche, ma un esame più attento di tale linee guida rileva che tali raccomandazioni cliniche non sono in linea con la forza delle prove. Il rischio d’un trattamento eccessivo della disforia di genere è assolutamente reale». Secondo il repubblicano Jim Walsh la norma di Washington è ampiamente criticabile in quanto tra i vari difetti che porta, «questo disegno di legge presuppone che le famiglie che non appoggiano immediatamente i desideri di un bambino siano inadeguate. È sbagliato. A volte l’amore chiede ai genitori di non assecondare i capricci del figlio. I genitori amorevoli guidano i loro figli mentre crescono». Al netto delle giuste protezioni in casi disperati di abusi e conflitti interni alle famiglie, un concetto più di tutti viene ribadito dal repubblicano Walsh – intervenuto in Aula durante il dibattito sulla legge dem – che dovrebbe far riflettere chiunque, dagli Usa all’Italia: «I genitori sono gli attori principali nell’educazione dei loro figli, non il governo».