Citare per danni la Cina e il suo Ministero della Salute: un’azione isolata quella portata avanti da “Mio Italia”, oppure un capostipite di una lunga schiera di consessi e sigle in tutto il mondo impegnate a recuperare l’immane perdita economica, sanitaria, morale e sociale che è stata (e è ancora) la pandemia da Covid-19. Il comparto della ospitalità italiano “Mio Italia”, annuncia il Sole 24 ore, fa causa al Ministero della Salute cinese con un’azione giudiziaria lanciata presso il Tribunale di Viterbo: il motivo è molto semplice, «diffusione della pandemia da Covid-19 e sui ritardi nella segnalazione dell’emergenza e nell’attivazione delle misure di prevenzione e controllo».



Come spiega il presidente dell’associazione di categoria, Paolo Bianchini, viene chiesto al Governo comunista cinese se abbiano reali responsabilità nel non aver segnalato in tempo all’OMS il diffondersi del virus tra novembre e dicembre 2019, oltre a non aver controllato in tempo gli arrivi/partenze dalla Cina. «Queste gravi omissioni hanno impedito allo Stato italiano una rapida assunzione di provvedimenti di ordine pubblico e sanitario che sicuramente avrebbero ridotto al minimo il disagio e le conseguenze derivanti dal Covid-19», spiega ancora “Mio Italia” nella sua crociata contro l’enorme colosso statale cinese.



LA DENUNCIA ALLA CINA E IL PRIMO CODICE CIVILE

Solo tra le imprese del comparto ospitalità-commercio, dal 12 marzo 2020 – giorno d’inizio del lockdown totale nel nostro Paese – sono ben 22mila quelle fallite e entro la fine del 2021/inizio 2022 se ne prevedono molte altre ancora. «A causa dei ritardi nel lanciare l’allarme sul virus – ha dichiarato Paolo Bianchini in una nota – le campane da oltre un anno suonano a lutto per il comparto dell’ospitalità a tavola. Nel 2020 i fallimenti sono stati oltre 22mila e alla fine di quest’anno se ne prevedono altrettanti. La perdita media di fatturato è di circa il 60%, ciò significa che in molti hanno perso tutto. I piccoli imprenditori, soprattutto dei centri minori, sono sempre più in difficoltà. Secondo una nostra stima, i danni per le imprese di Mio Italia ammontano a circa 200 milioni di euro». “Mio Italia” chiede il risarcimento pieno del danno patrimoniale e non patrimoniale subito dai suoi iscritti con il blocco di tutte le imprese del settore causa pandemia. La prima udienza del processo che potrebbe, nel suo piccolo, cambiare la storia dei rapporti geopolitici con la Cina, avrà luogo il prossimo 1 dicembre 2021 presso il Tribunale di Viterbo.



Intanto dal prossimo 1 gennaio 2022, farà il proprio “esordio” in Cina il primo codice civile della Repubblica popolare, approvato il 28 maggio 2020 con i suoi 1.260 articoli riunenti le norme del diritto. Tra i principali fautori e collaboratori con lo Stato cinese Oliviero Diliberto, preside della facoltà di Giurisprudenza dell’università La Sapienza di Roma (e in passato ministro della Giustizia) con Domenico Dursi e Antonio Masi (che hanno curato anche la traduzione italiana in uscita a giorni per Pacini Giuridica). «È il primo codice. Prima di questo c’erano singole leggi, ora si passa a un corpus unico. Il vantaggio della certezza e della organicità del diritto è epocale. In questo modo tu sai in anticipo la conseguenza di una tua azione», spiega al Sole 24 ore l’ex Pci Diliberto.