Negli Stati Uniti il giornalista Zachary Stieber si è avvalso della Legge sulla libertà di informazione, in vigore dal 1966, per accedere agli atti riservati dell’Agenzia della sanità pubblica americana e, in particolare, quelli che riguardano gli studi sulle miocarditi provocate dai vaccini contro il Covid-19. I documenti che ha ricevuto in risposta, come riportato da La Verità, lo hanno lasciato deluso. Essi pare infatti che siano parzialmente censurati.
L’indagine in questione è stata condotta dai Cdc a partire dal 7 ottobre 2021 sugli esiti delle miocarditi di adolescenti tra i 12 e i 17 anni, giovani tra i 18 e i 29 anni e trentenni dopo la vaccinazione. La documentazione prodotta e concessa al cronista è composta da 148 pagine ricche di cancellature in quanto, ai sensi dell’articolo b(5), categorizzate come “informazioni riservate”. In quasi 200 pagine in sostanza non c’è una sola frase leggibile. Il destinatario si è domandato perché e ha reso pubblica la questione.
Miocarditi per vaccini anti Covid: il caso del giornalista Zachary Stieber non è isolato
Il giornalista Zachary Stieber insomma è riuscito a scoprire poco sugli effetti delle miocarditi nelle persone che si sono sottoposte alla somministrazione dei vaccini contro il Covid-19, ad eccezione del fatto che gli Stati Uniti e in particolare l’Agenzia della sanità pubblica americana hanno interesse a nascondere i risultati. Non è però la prima volta che accade, secondo quanto sottolineato da La Verità.
Anche in Australia era accaduto qualcosa di simile. La Tga, ovvero l’Agenzia del farmaco locale, ha risposto a una richiesta Foia sui test eseguiti su alcuni lotti di vaccini anti Covid inviando 74 pagine di documentazione, di cui però ben 60 erano interamente cancellate poiché coperte dal segreto. In Europa era successo lo stesso col contratto tra l’Ue e Pfizer. “Ho sentito che l’articolo b(5) è di gran moda, ultimamente. Evidentemente, ci sono alcune cose che i cittadini non devono sapere”, ha commentato l’epidemiologo Jay Bhattacharya.