Con una lunga lettera al “Foglio” il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Agostino Miozzo, lancia una dura reprimenda alle Regioni dopo l’ennesimo scontro avvenuto a seguito dell’approvazione del Decreto Covid sul tema della scuola. Per il n.1 del Cts il Presidente del Consiglio avrebbe dovuto intervenire più massicciamente – e pure nei mesi scorsi – per garantire i diritti riconosciuti dalla Costituzione: «Conte avrebbe dovuto sostituire le autorità locali inadeguate a garantire i diritti costituzionalmente riconosciuti».
Nell’intervista di due giorni fa al Messaggero sempre Miozzo articolava nel dettaglio questo duro passaggio “contro” gli enti locali: «Siamo in una democrazia che prevede che le Regioni abbiano un ruolo e quindi se il premier non avoca a sé attraverso l’articolo 120 della Costituzione il potere di sostituirsi alle Regioni, starà a loro prendere la decisione. Siccome l’avocazione non c’è stata e verosimilmente non ci sarà (ride ndr), i governatori fanno bene a decidere in base alle informazioni che hanno a disposizione, è loro responsabilità farlo».
L’AUTONOMIA CONTESTATA DELLE REGIONI
Sul “nodo” della scuola torna dunque l’autonomia delle Regioni “contestata” già più volte all’interno della maggioranza negli ultimi mesi di difficile gestione della pandemia Covid-19: «non è un dramma se le scuole non aprono il 7 e lo fanno l’11 o il 15, o in un altro momento. L’importante è che si trovi una soluzione per tenerle aperte senza bisogno di richiuderle», spiegava Agostino Miozzo al Messaggero dopo l’approvazione del Dl Covid, e così rilancia anche sul “Foglio” oggi «Personalmente trovo la comunicazione mediatica sul “rischio scuola” assolutamente irrazionale, fuorviante, decisamente politicizzata, ben poco scientifica e soprattutto carente di proposte».
Una soluzione va trovata e per il coordinatore del Cts non si può continuare a gravare sulle sole forze di docenti e personale scolastico: «tentano di svolgere al meglio il loro incarico, per molti la loro missione, facendo le classiche nozze con i fichi secchi. Mi si consenta di dire a questo punto che trovo insopportabili i professori col senno del poi, quelli che oggi si ergono a pontificare, a indicare soluzioni magiche ben sapendo che di magico c’è ben poco a disposizione, soprattutto con l’attuale precaria situazione politica».