Il Natale 2020 sarà decisamente insolito causa restrizioni coronavirus. Seppur la curva epidemiologica sta dando dei primi segnali di “cedimenti”, gli esperti lo ripetono da più parti: anche nel caso in cui, le restrizioni verranno meno, non sarà un Natale “liberi tutti”. Lo ha ribadito nelle scorse ore Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, il Comitato tecnico scientifico, che intervistato dai microfoni di Sky Tg24 ha appunto specificato: “Bisogna comprendere bene che non si può fare un Natale ‘liberi tutti’”. Memore di un periodo di “libertà” in Italia, soprattutto durante i mesi caldi, Miozzo sottolinea: “Abbiamo fatto un’estate ‘liberi tutti’ e l’abbiamo pagata a caro prezzo. Quest’anno il cenone classico a cui per esempio io ero abituato, quello con venti persone, non si può fare, non ce lo possiamo permettere”. Ma cosa potrà succedere nelle prossime settimane allora? “Visto che il trend (epidemilogico) è positivo – ha proseguito Miozzo – ci sarà probabilmente la riapertura di alcuni spazi e luoghi di ristoro tradizionali e, in alcune parti del Paese, potrebbe accadere già dopo il 3 dicembre”.
MIOZZO: “NATALE? NO LIBERI TUTTI, SPERIAMO IN UNO SHOPPING RIGOROSO”
Ovviamente il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico si augura “di non rivedere quelle fotografie di assalto ad alcuni magazzini dove ci sono offerte particolari perché questo sarebbe devastante. Speriamo ci sia uno shopping rigoroso, nel rispetto delle regole che questa maledetta malattia ci impone”. Come anticipato da Miozzo, non sarà un Natale di libertà e il governo a riguardo sta valutando un nuovo Dpcm che possa entrare in vigore a partire dal prossimo 3 dicembre. Non si tratta di nulla di ufficiale ma le indiscrezioni raccontano di aperture maggiori soprattutto dei negozi, magari fino a tarda sera in modo da dileguare la clientela. Inoltre, potrebbero riaprire i battenti anche i bar e ristoranti, rialzando la serranda per un periodo limitato. Ovviamente tutto dipenderà dalla curva epidemiologica: se proseguirà a mostrare i segni positivi degli ultimi giorni, a quel punto potremmo realmente vivere un Natale più sereno, anche se molti esperti si dicono contrari.