Lancia l’allarme il coordinatore del comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo: le scuole vanno riaperte il prima possibile. Lo ha spiegato lo stesso, senza troppi giri di parole, intervistato quest’oggi dal Corriere della Sera, e sottolineando i seri problemi a cui gli studenti italiani vanno incontro continuando a fare lezione con la Dad, la didattica a distanza: “Mi pare evidente che tenendo le scuole chiuse – le sue parole – non ci si renda conto del disastro che si sta consumando nelle giovani generazioni, il devastante impatto sulla sfera psichica e sociale non è evidente immediatamente, ma lo sarà nel lungo periodo”. Da una parte c’è quindi il bisogno del lockdown, della necessità di tenere le persone in casa per contenere il virus, dall’altra, il rischio di compromettere una generazione: “Tecnicamente – ha proseguito Miozzo – il lockdown è la soluzione migliore, e paradossalmente la più semplice, per ridurre la curva e le possibilità di contagio. Peccato che questa soluzione estrema non prenda in considerazione gli effetti devastanti che provoca sulla popolazione che subisce le restrizioni. Forse bisognerebbe rileggere quello che avevamo suggerito proprio per far sì che le scuole aperte non avessero particolare impatto sulla curva”.
MIOZZO, CTS: “LE SCUOLE SONO UN LUOGO SOTTO CONTROLLO”
Così come sottolineato più volte dalla ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, anche per Miozzo l’incidenza dei casi di covid nelle scuole sul totale, resta molto bassa: “I dati – ha proseguito il coordinatore del Comitato tecnico scentifico – ci dicono che i contagi in età scolastica non sono significativamente diversi da quelli di altre classi di età e non abbiamo evidenze per capire se siano avvenuti a scuola o fuori”. Miozzo descrive le scuole come un “luogo sotto controllo – le parole rilasciate invece a Repubblica – distanziamento, uso delle mascherine, igiene. Tutti elementi che riducono i rischi. Con le dovute precauzioni e il monitoraggio costante la scuola non è un luogo di rischio, fermo restando che il rischio zero non esiste in nessun luogo e in nessun contesto”. Quindi l’esperto conclude con un pesantissimo monito: “Con la didattica a distanza i danni per una generazione, e alla fine per il Paese, sono superiori ai rischi che corriamo riportando i ragazzi in classe”.