Il lockdown arriverà se gli italiani non rispetteranno le ultime norme anti-Covid inserite nel Dpcm e occorre trovare “metodi” per “obbligare” la cittadinanza a scaricare l’app Immuni: due dei principali concetti contenuti nell’intervista odierna del coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo al Corriere della Sera, destinate come si può facilmente intuire a destare non poche polemiche. Per il ‘discepolo’ di Guido Bertolaso alla Protezione Civile, la situazione nazionale è assai critica con la curva dei contagi Covid-19 che non si arresta ancora: ma sul front Cts, Miozzo non accetta le critiche che provengono dai propri colleghi «Che siano i politici a criticare le indicazioni del Cts mi sembra quasi legittimo, è nel pieno diritto. Che siano dei tecnici a dire cose inesatte e fuorvianti è molto meno legittimo». Dall’attacco ai colleghi (indiretto ma chiaro il riferimento a Crisanti e Gismondo che negli scorsi giorni hanno criticato le decisioni del Cts) alla difesa del Dpcm d Conte, prodotto in coordinamento con il Comitato «Noi dobbiamo orientare i comportamenti dei nostri concittadini al rispetto rigoroso del distanziamento, alla riduzione di tutti i contatti a rischio, alla limitazione di tutte le possibili occasioni di contagio. È la gradualità di comportamenti da mettere in atto come ultimo tentativo per evitare la ben più dolorosa decisione del lockdown generale».
MIOZZO (CTS): “OBBLIGARE A SCARICARE APP IMMUNI”
Alla critica mossa dall’opinione pubblica sul mancato intervento per tempo sui trasporti – piuttosto che le chiusure scaglionate di locali, cinema e palestre – Miozzo ribadisce come dal 18 aprile il Cts insiste su quel tema, senza però essere ascoltato fino in fondo. «L’unico modo per alleggerire il carico sugli ospedali è coinvolgere medici di famiglia e pediatri di libera scelta fornendo loro tutti i mezzi per operare, i materiali di protezione, gli strumenti diagnostici. Con l’accordo appena siglato tutti i cittadini potranno fare i tamponi rapidi con il loro medico», rilancia Miozzo nel tentativo di porre un freno alla crisi ospedaliera di questi giorni, dovuta in parte anche alle mancate azioni su trasporti e tracciamento dei postivi. La proposta drastica però il coordinatore Cts la pone sulla ormai “famosa” app Immuni: «Ora però le Regioni stanno intervenendo attivando subito tutte le risorse del sistema nazionale. E poi dobbiamo promuovere, insistere, fare tutto il necessario per avere tutti sul proprio cellulare l’applicazione Immuni», replica Miozzo che a domanda specifica sul concetto di “obbligare” ribadisce «Se vuoi entrare in Università devi avere l’applicazione. So di andare contro la libertà dei singoli e i diritti costituzionali, ma dobbiamo convincerci che il bene dell’intera comunità passa anche dalla riduzione, tutto sommato marginale, di alcuni aspetti delle nostre libertà. Con una notifica di Immuni scatta l’isolamento e si interrompe la catena del contagio». Tutte queste misure avranno senso se verranno applicate e seguite nelle prossime 2 settimane: altrimenti? «Almeno due settimane, poi saremo pronti per decidere se abbiamo raggiunto il limite non compatibile e si deve passare ad un intervento più radicale come quello che abbiamo già dolorosamente sperimentato a marzo e aprile».