Agostino Miozzo, ospite oggi di Tagadà su La7, ha parlato dell’esperienza da coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts), ruolo ora ricoperto dal professor Franco Locatelli. «È stato un anno vissuto molto intensamente. Non ho avuto paura, ma ho sentito il peso di dover raccomandare decisioni importanti per il nostro paese. Quando tu raccomandi di chiudere un paese ti prendi un po’ di responsabilità». Poi ha affrontato temi attuali, come la terza dose, che ritiene fondamentale. «Io ritengo che sia una necessità legata all’evoluzione di questa disgraziata pandemia che ci ha abituati ad imprevisti. È indispensabile e va fatta, lo dicono i dati e l’esperienza di Israele. Ma da sola non basta, dobbiamo continuare a mantenere le precauzioni, mentre in Europa è stata dimenticata. Non si può accettare il prezzo dei morti in ragione della libertà», ha aggiunto Miozzo.

Il suo parere è stato duro riguardo i no vax. «Avendo vissuto una vita in emergenza, sono abituato a tener conto degli imprevisti. Questo lo è. Era obiettivamente difficile immaginare il consenso al no. Devo dire che un grande contributo lo hanno dato i media, che hanno enfatizzato e esaltando soprattutto quei casi da patologia psichiatrica, gente degna di un Tso non di un confronto tecnico scientifico. Roba da psichiatria». Ci sono poi gli ‘ideologici’ che si sono mischiati e hanno «strumentalizzato» gli indecisi. 

“COMUNICAZIONE SBAGLIATA? ERAVAMO IMPREPARATI”

Riguardo le prospettive sulla vaccinazione, Agostino Miozzo non esclude altre dosi. «Molto probabilmente avremo una sequenza di dosi, potremo avere una vaccinazione analoga a quella influenzale», ha dichiarato a Tagadà. Quel che bisogna garantire, visto che la situazione in evoluzione, è una comunicazione all’altezza. «Non siamo stati bravi per tante ragioni. Ad esempio, questa è la prima emergenza che si è avuta nell’epoca dei social media e noi non eravamo preparati a dialogare tramite i social. Questa grande quota di paranoici si sono convinti davanti ad un computer», ha osservato l’ex consulente del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Un paradosso per certi versi visto che al governo c’era M5s che i social li conosce bene. Quando gli è stato fatto osservare ciò, Miozzo ha risposto: «Qualche tentativo l’hanno fatto e hanno avuto successo. Proprio Conte suggerì di far intervenire alcuni influencer e qualche risultato lo abbiamo visto. Avremmo anzi dovuto avere metodo e continuità».

“REPARTI COVID PEDIATRICI QUASI SATURI”

Agostino Miozzo, riguardo la terza dose, ha affrontato anche il tema della chiusura dei grandi hub che rischia di ostacolare questa procedura. «Il Cts darà indicazioni per velocizzare questo gap che si è generato, sono certo che l’asticella verrà adeguata alle necessità», ha detto a Tagadà. Infine, si è espresso sulla vaccinazione dei bambini. «Il reparto dedicato alla pediatria dell’ospedale Bambin Gesù è quasi saturo. In questo momento ci sono bambini sotto i 12 anni che finiscono in ospedale. Nella fase iniziale erano esclusi tecnicamente, si ammalavano e morivano gli anziani, oggi le cose sono cambiate perché la malattia si evolve. Oggi i reparti di pediatria dedicati al Covid sono quasi saturi. Per fortuna sono pochi che finiscono in terapia intensiva, ancor meno quelli che hanno esiti letali, ma i reparti si stanno riempiendo, quindi a mio figlio consiglierò per le mie due nipotine assolutamente la vaccinazione». Infine, ha spiegato di aver chiesto lui al ministro Speranza e al premier Draghi di essere sostituito e quindi di lasciare il Cts.