E’ decisamente soddisfatto Agostino Miozzo, ex coordinatore del CTS, il Comitato Tecnico Scientifico, attuale consigliere del ministro dell’istruzione Paolo Bianchi, circa la riapertura della scuola. Da lunedì prossimo, 26 aprile, tutti gli studenti torneranno in presenza nelle zone gialle e arancioni, mentre in quelle regioni che verranno catalogate rosse, le superiori alterneranno didattica a distanza a presenza. ”Mi incoraggia che i ragazzi finalmente possano tornare a scuola in presenza – le parole di Miozzo ai microfoni di Radio Uno – i disagi anche a livello mentale, evidenziati dagli analisti, li pagheremo caramente nel prossimo futuro. Mi preoccupa che molti problemi sono ancora in itinere, ma anche questo è fisiologico: la scuola era messa male e in condizioni di malessere si e trovata ad affrontare la più grande emergenza della storia. Siamo partiti a febbraio dello scorso anno con poche risorse nel bagagliaio”.
Ieri si è tenuta una riunione fra governo e sindacati circa le misure da attuare proprio in vista del ritorno in massa degli studenti: “Questa mattina (ieri ndr) con i sindacati è stato esplicitato l’auspicio che il territorio si comporti come il ministero chiede”, ed in merito all’indiscrezione che siano i genitori a decidere se mandare i figli in presenza o lasciarli in Dad, ha aggiunto: “Non sono per niente d’accordo. Mi preoccupa che i problemi che dovevano essere risolti, sono in itinere. La scuola si è trovata ad affrontare in condizioni di malessere una situazione di emergenza”.
MIOZZO SULLA RIAPERTURA DELLA SCUOLA: “TRASPORTI? DI PIU’ NON SI POTEVA FARE”
Fra le tante misure messe in atto, anche quella degli ingressi scaglionati, già attuata dall’inizio di quest’anno, e a riguardo Miozzo sottolinea: “Una risorsa che ai dirigenti scolastici crea problemi perché significa ampliare gli orari scolastici, avere personale in più. Il Ministero ha messo delle importanti risorse finanziarie, le risorse ci sono, si tratterà per i dirigenti di organizzare e l’organizzazione è l’aspetto più complesso”. Il nodo centrale resta il tema trasporti, che allo stato attuale non sembra ancora pronto ad accogliere milioni di studenti: “Il trasporto pubblico è uno dei grandi drammi che oggi è ancora più evidente perché questa malattia vuole il distanziamento. Il trasporto pubblico che noi abbiamo ereditato negli anni è esattamente il contrario di quello che servirebbe, come ci sono le classi pollaio così ci sono le metro e i bus super affollati”. Ma secondo Miozzo era quasi impossibile fare di più: “La Metro di Roma e di Milano le conosciamo. Forse avremmo potuto fare di più cercando delle alternative come quella delle migliaia di bus turistici, ma sono sofismi. Credo che comunque un grande sforzo è stato fatto. I Prefetti hanno fatto un grande lavoro sull’individuazione delle criticità, dare seguito al lavoro dei Prefetti è uno degli obiettivi più urgenti che dobbiamo darci”.