Bisognerà aspettare fino alla prossima estate, se non addirittura l’autunno, prima di vedere la luce in fondo al tunnel, come spiega Agostino Miozzo, medico e coordinatore del Cts: “la cosiddetta immunità di gregge – dice parlando con Il Messaggero – non arriverà prima della fine dell’estate, verso l’autunno”. Ma la condivisione con il covid durerà ancora “forse per qualche anno”, ed “è fondamentale non abbassare la guardia”. Miozzo non pensa che l’Italia abbia sbagliato troppo nella gestione della pandemia: “Sono state fatte in Europa scelte diverse, noi abbiamo imposto precise restrizioni che non hanno certamente eliminato la pandemia, ma ci hanno fatto comprendere ancora meglio quanto siano efficaci per contrastare il virus, come è ovvio che sia”.
E intanto potrebbe arrivare a breve la nuova ondata causata da eventuali contagi avvenuti durante il Natale: “Ce la aspettiamo per la fine della prossima settimana”. Il coordinatore del Cts parla di paese “in grande sofferenza. In alcune categorie sono alla disperazione: spettacolo, turismo, ristorazione, sport. Quindi, pur rendendoci conto che ovviamente la soluzione migliore sarebbe quella che abbiamo preso a marzo-aprile, ovvero il lockdown totale e nazionale, non possiamo più farlo“.
AGOSTINO MIOZZO: “ASSEMBRAMENTI? PIU’ PREOCCUPATO DA QUELLI IN FAMIGLIA”
Bisogna quindi cercare di proseguire quanto possibile l’attività lavorativa, tenendo conto della pandemia: “Sono state immaginate decisioni dure, severe, restrittive, attraverso nuovi parametri che tentano di aiutarci ad abbassare l’incidenza, però cercando di convivere con la pandemia e soprattutto facendo in modo che alcuni settori della vita economica e sociale del paese possano riprendere”. Miozzo condanna gli assembramenti visti in questi giorni, ma è più preoccupato da quelli che non si vedono: “Preoccupa più il fenomeno di aggregazione che non si vede, quello nelle case”. Il medico invita quindi ad una comunicazione più mirata ai giovani, facendo l’esempio dei Ferragnez che ha “funzionato benissimo”, poi sulle scuole conclude: “il ritorno a scuola è necessario, compresa l’università. Tutti luoghi dove sanno bene come spiegare cos’è questo virus. Anche perché, se chiudi la scuola, non puoi lasciare aperto il centro commerciale e sperare che i ragazzi lo accettino”.