Secondo l‘ex direttore sportivo del Milan, Massimiliano Mirabelli, parte del merito del Diavolo capolista in questa stagione 2020-2021, è anche sua e della vecchia gestione “cinese”. Lo ha spiegato quest’oggi l’ex ds ai microfoni del quotidiano Tuttosport, attraverso un’intervista in cui ha detto, senza troppi giri di parole: “La base l’abbiamo creata noi. Penso a tanti giocatori, ma come detto anche al patrimonio del club. Infatti se oggi la squadra è ai vertici, un buon 50% deriva dal nostro lavoro”.
Quindi Mirabelli ha ricordato le operazioni di calciomercato della loro gestione: “In quell’estate del 2017 prendemmo 11 giocatori nuovi, al 1° anno tornammo subito in finale di Coppa Italia e in Europa, e ancor oggi 5 o 6 titolarissimi sono della nostra gestione. Però io non avrei mai ceduto 2 giovani talenti importanti come Locatelli e André Silva, che ora segna in Bundesliga: e farebbe ancora comodo. Con noi stava nascendo un bel Milan, verde e forte”.
MIRABELLI: “RINNOVO DONNARUMA? NON AVREI ASPETTATO COSI’ TANTO”
Secondo Mirabelli c’è stato un problema, durante il suo periodo al Milan, di comunicazione: “Il vero problema era la società, la cui proprietà non risultava chiara alla gente. Noi dirigenti venimmo colpiti di riflesso”. E ancora: “Non viene mai messo abbastanza in risalto il fatto che noi salvammo un enorme patrimonio del Milan, rinnovando i contratti ai vari Donnarumma, Calabria, Romagnoli, Gabbia. E pure Cutrone: che poi, così, garantì una ventina di milioni quando fu venduto nel 2019. Quando arrivammo, trovammo tantissimi contratti in scadenza. Non era semplice, ma facemmo un lavoro egregio per il club”. Per Gigio Donnarumma Mirabelli diede vita ad una vera e propria battaglia con il suo agente Mino Raiola, e proprio per questo in vista del contratto in scadenza ha spiegato: “Spero che resti, come Calhanoglu, ma da tempo il coltello dalla parte del manico ce l’ha lui. Inoltre Raiola è un osso molto duro. Mi lasciano stupito i tempi: ammesso che si trovi un accordo, rinnovare il contratto a così pochi mesi dalla scadenza costerà sicuramente carissimo. Io arrivai al prolungamento ben prima: lo strappai con le unghie e fu tutto a favore del club, economicamente. Il Milan di oggi, invece, ha aspettato tanto. Troppo. Magari alla fine riesci lo stesso a rinnovare, ma a bilancio ti fai male”. In conclusione di intervista l’ex ds del Milan ha strizzato l’occhio al Torino: “Io al Torino? Certo che accetterei, sarebbe una bella sfida. Con grande coraggio accetterei perché mi intriga. Il Toro è uno dei club più gloriosi d’Italia: non potrei dire no, soprattutto per mio fratello che è tifosissimo granata! Al di là delle battute, spero davvero che il Toro di Cairo si salvi e torni prima possibile a lottare per una qualificazione europea: la sua vera dimensione storica”.