Il miracolo eucaristico di Gorkum, l’ostia consacrata che fu profanata nell’estate del 1572 e che ancora oggi rimane incorrotta, sarà esposta al pubblico in occasione dell’ultima domenica di settembre nel monastero reale di “El Escorial”. Lo riferisce InfoCatólica, portale secondo cui la reliquia, unica nel suo genere, fu profanata da un soldato protestante nel sedicesimo secolo.



Ma qual è la sua vera storia? Occorre risalire, come vi anticipavamo, al 1572, anno in cui alcuni seguaci di Zwingli (i cosiddetti “Guex de la Mer”), pagati dal principe d’Orange, invasero la città, la saccheggiarono e infine entrarono nella cattedrale. In base alle informazioni giunte sino ai giorni nostri, gli uomini “colpirono il tabernacolo con mazze di ferro, rimossero l’ostensorio con il Santissimo Sacramento e, strappando l’ostia, la gettarono a terra. Uno di loro la calpestò, lasciando tre buchi, perché le suole degli stivali erano tempestate di chiodi. Nello stesso momento, dai fori è uscito sangue vivo, che si è trasformato in tre piccole ferite circolari”.



MIRACOLO DI GORKUM, OSTIA CON TRE FORI CICATRIZZATI SARÀ ESPOSTA

Di fronte a quello che, appunto, è passato alla storia come miracolo di Gorkum, un altro dei profanatori – scrive InfoCatólica – “provando allo stesso tempo grande rammarico e meraviglia, allertò il canonico Jean van der Delft, che riuscì a recuperare l’ostia e a portarla al sicuro. La reliquia, dopo alcune vicissitudini, fu donata nel 1594 al re Filippo II di Spagna. Da allora l’ostia è conservata nel monastero di San Lorenzo a El Escorial”.

Addirittura, in passato la “Sacra Forma” veniva portata in processione solenne a El Escorial nei giorni degli Arcangeli (29 settembre) e di San Simone e San Giuda (28 ottobre) e vi sono alcune opere che la ritraggono nei suoi dettagli. A rappresentare il Prodigio, in particolare, sono “quattro bassorilievi dell’artista Filippo Filippini, realizzati in marmo e bronzo, sulla parte superiore dell’altare che conserva l’ostia miracolosa. Si può vedere anche il dipinto di Claudio Coello, con l’inaugurazione del magnifico tabernacolo destinato alla preziosa Reliquia e realizzato per volontà del re Carlo II”.