Arrivano importanti aggiornamenti in merito all’esplosione avvenuto nella giornata di ieri in quel di Mirandola, in provincia di Modena (Emilia Romagna), in una caserma dei vigili urbani. Le tre persone precedentemente ricoverate presso il pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Bianca, ferite dopo l’incendio, sono state tutte dimesse. Un altro aggiornamento riguarda invece la data di nascita del marocchino considerato colpevole di aver appiccato il fuoco: inizialmente aveva riferito di essere un algerino minorenne, ma l’accertamento auxologico disposto dalla procura ha invece rilevato la maggior età, anche se pur di poco (indicativamente attorno ai 18/20 anni). Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, il ragazzo sarebbe in Italia da un anno e tre mesi, ed era già stato accompagnato al confine di Ventimiglia dopo un precedente reato, poi rientrato nel Bel paese da clandestino. Gli inquirenti stanno anche cercando di capire come mai l’aggressore si trovasse in provincia di Modena (dove sarebbe arrivato una settimana fa), forse per via di qualche amico. Le indagini proseguono con l’obiettivo di ricostruire con esattezza l’intero accaduto: ricordiamo che due donne sono morte nel rogo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MIRANDOLA, ROGO NELLA SEDE DEI VIGILI

Emergono ulteriori dettagli in merito all’incendio doloso avvenuto presso la caserma dei vigili urbani di Mirandola (provincia di Modena), che ha provocato la morte di due persone e il ferimento di altre tre. Il responsabile è un ragazzo di origini marocchine la cui identità non è stata ancora rivelata. In base a quanto emerso nelle scorse ore, il piromane avrebbe confessato inizialmente di essere minorenne, anche se gli inquirenti non credono a tale versione. Inoltre, stando a quanto riportato dai colleghi di Fanpage, pare che lo stesso abbia una sfilza di piccoli reati in quel di Roma, dove era già stato fermato pochi giorni fa, lo scorso 14 maggio: doveva essere espulso ma alla fine è rimasto in Italia. «Il giovane marocchino ritenuto responsabile dell’incendio – fa sapere tramite una nota il Viminale – non poteva essere allontanato dal territorio. Al momento della notifica del decreto di espulsione della questura di Roma lo scorso 14 maggio aveva infatti espresso l’intenzione di chiedere asilo. Per questo motivo non è stato allontanato dall’Italia». Lo stesso aggressore sarebbe poi stato ricoverato in ospedale prima del rogo: era giunto nella struttura del comune del modenese in evidente stato di agitazione, dicendo di avere freddo. Curato, si è poi staccato la flebo ed è sparito. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MIRANDOLA, ESPLOSIONE NELLA SEDE DEI VIGILI

E’ ancora scontro tra Lega e M5s dopo il dramma di Mirandola, con Salvini e il Viminale nel mirino dei grillini: l’incendiario, un clandestino marocchino, doveva essere espulso ma invece era libero. Il ministro dell’Interno ha rilanciato la campagna dei #portichiusi, ma i sindacati hanno preso posizione netta. Come riporta La Pressa, Cgil, Spi/Cgil, Fp/Cgil di Modena e Rsu dell’Unione Comuni Area Nord hanno affermato in una nota: «E’ gravissimo quanto accaduto stanotte a Mirandola dove un ragazzo immigrato ha dato fuoco alla sede della Polizia Municipale provocando nelle residenze dello stesso palazzo 2 morti, 3 feriti gravi e 16 intossicati. La Cgil, lo Spi/Cgil, la Fp/Cgil di Modena, unitamente alla Rsu dell’Unione Comuni Area Nord, esprimono ferma condanna per questo gesto criminale con gravissime conseguenze, e chiedono che la giustizia faccia rapidamente il suo corso. Il sindacato esprime solidarietà e vicinanza al corpo della polizia municipale di Mirandola e ai familiari delle vittime, quest’ultime iscritte da anni al sindacato pensionati. A fronte di una situazione tragica come questa, sono altresì da respingere tutte le strumentalizzazioni politiche (vista la nazionalità non italiana del delinquente), che già cominciano a diffondersi sui social media, sugli immigrati e la chiusura dei porti, questioni che non hanno niente a che vedere con l’atto violento commesso da un singolo. La maggioranza delle famiglie immigrate presenti sul territorio modenese vive e lavora nel rispetto delle regole della convivenza civile, contribuendo alla crescita e allo sviluppo del nostro tessuto produttivo e sociale, esattamente come le famiglie italiane. Modena è e resta una provincia accogliente, che ha saputo integrare chi arriva in cerca di lavoro. Chi delinque va assicurato alla giustizia, e chi Governa deve fare interventi adeguati per creare condizioni che garantiscano di continuare ad essere una Comunità». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



L’ATTACCO DI SALVINI

Il marocchino arrestato per l’incendio alla sede di polizia di Mirandola, nel quale sono morte due donne, ha dichiarato di essere minorenne: «Roba da matti!!! Il nordafricano che ha causato la strage di Mirandola si è dichiarato MINORENNE! Capite come questi delinquenti continuano a prenderci in giro? Per fortuna i test medici lo hanno smentito. E qualcuno vorrebbe riaprire i porti a finti “bambini” e accogliere tutta l’Africa in Italia per fare un dispetto a me? NO, Amici! Porti chiusi in Italia e, se vinciamo il 26 maggio, in tutta Europa!», le parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini sui social. Ed emerge un retroscena: il nordafricano era stato fermato il 14 maggio 2019 alla stazione Termini di Roma: avrebbe dovuto essere espulso ma, come riporta Huffington Post, non è stato eseguito per problemi di capienza. Il Viminale sul caso non si è ancora espresso. Attesi aggiornamenti. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

MAROCCHINO SI E’ SPACCIATO PER MINORE

Uno scontro politico che segue una tragedia immane: i fatti di Mirandola riaccendono la polemica su cittadini extracomunitari e i clandestini irregolari, mentre numerosi elementi dalla cronaca locale aggiungono dettagli su una vicenda assurda avvenuta nella sede della polizia locale che ha portato a due morti e decine di feriti intossicati. Secondo fonti del Viminale, per scampare a pene più dure il marocchino senza fissa dimora colto in flagranza di reato si è spacciato per minorenne: «il ragazzo ha dichiarato di non aver ancora raggiunto la maggior età. Sono bastati i test medici a smascherare la sua bugia» rivelano le fonti del Ministero degli Interni in queste prime ore di indagini a Mirandola. Raggiunta da Repubblica Tv, una testimone ha voluto raccontare quanto vissuto nella nottata appena passata: «Stavo rientrando a casa dopo una serata fuori. Ho visto questo ragazzo, che inizialmente pensavo fosse una donna», racconta Antonella Licata ai colleghi di Rep, aggiungendo «Dopo aver notato la porta sfondata della municipale sono salita un po’ ingenuamente in casa ma le fiamme hanno preso tutto il palazzo e abbiamo dovuto attendere i pompieri per uscire dalla finestra». È stata poi lei a dare l’allarme, confermando che quel giovane a Mirandola non si era mai visto prima. (agg. di Niccolò Magnani)

MIRANDOLA, ANCORA M5S VS SALVINI

L’incendio nella sede della polizia di Mirandola ad opera di un giovane nordafricano che ha portato alla morte di un’anziana allettata e della sua badante infiamma la campagna elettorale a 5 giorni dalle elezioni Europee. Dopo le parole di Matteo Salvini, che ha rilanciato la sua linea dura contro l’immigrazione, a prendere posizione sono i 5 Stelle, che attaccano il ministro dell’Interno proprio in qualità di responsabile della sicurezza nel Paese. Fonti pentastellate citate dall’agenzia Dire attaccano:”Ci sorprende ascoltare dal Viminale esortazioni da campagna elettorale, quando dovrebbe essere proprio il Viminale a chiarire perchè quell’uomo con intenzioni omicide era libero di circolare in giro in Italia fin arrivare ad appiccare il fuoco a degli uffici della Polizia locale. Se fosse stato già rimpatriato oggi non ci troveremmo davanti a questo problema”. (agg. di Dario D’Angelo)

SALVINI: “ALTRO CHE PORTI APERTI”

Non solo il movente della vendetta, della ritorsione personale dietro l’arresto del giovane marocchino fermato dopo l’incendio nella sede della polizia municipale di Mirandola, in provincia di Modena, che ha portato alla morte di due persone. Secondo quanto riportato da “La Repubblica”, il nordafricano arrestato in flagranza dai carabinieri si sarebbe introdotto negli uffici della municipale per rubare alcuni oggetti poi, prima di darsi alla fuga, avrebbe accatastato della carta e appiccato il fuoco. La vicenda rischia ora di diventare tema di dibattito politico a pochi giorni dalle elezioni Europee. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sulla sua pagina Facebook è intervenuto:”Arrestato giovane immigrato nordafricano per il rogo che ha devastato la sede della Polizia locale di Mirandola: due morti, decine di feriti e intossicati. Una preghiera e un abbraccio alle famiglie delle vittime. Altro che aprire i porti! Azzerare l’immigrazione clandestina, in Italia e in Europa, è un dovere morale: A CASA tutti!”. (agg. di Dario D’Angelo)

DUE MORTI NELL’INCENDIO A MIRANDOLA

Un incendio scoppiato nella sede della polizia municipale di Mirandola, in provincia di Modena, ha provocato un bilancio di 2 morti, 2 feriti gravi e 17 intossicati. Secondo quanto riportato da Rai News, il rogo è scoppiato negli uffici posti al piano di uno stabile al cui piano superiore si trovano diverse abitazioni. Proprio uno di questi appartamenti sarebbe stato interessato da un’esplosione, causata forse dall’incendio verificatosi negli uffici della polizia municipale, che ha portato alla morte di due persone. Sul posto si sono portati carabinieri e vigili del fuoco per domare l’incendio che, da quanto emerso finora, sarebbe di natura dolosa: la conferma di questa pista investigativa sarebbe arrivata dai primi accertamenti eseguiti sul posto. Secondo TgCom24, le due vittime sarebbero un’anziana di 84 anni allettata e la sua badante 74enne: entrambe sarebbero state uccise nel sonno dal fumo. In condizioni critiche il marito, sempre per via del fumo inalato.

MIRANDOLA, INCENDIO NELLA SEDE DELLA POLIZIA MUNICIPALE

L’autore del rogo alla sede della polizia municipale di Mirandola che ha portato alla morte di 2 persone, secondo quanto riportato dai media locali, sarebbe stato già arrestato dai carabinieri. Si tratterebbe di un marocchino di giovanissima età che, stando ad una prima ricostruzione dei fatti, avrebbe forzato l’ingresso della struttura e poi appiccato le fiamme. I motivi alla base del gesto non sono ancora chiari ma gli inquirenti non escludono che l’originario del Marocco possa aver agito per vendetta personale. Lui stesso, infatti, potrebbe essere stato il destinatario di un provvedimento da parte della stessa polizia municipale e per questo avrebbe deciso di agire dando fuoco alla sede di via Roma. L’incendio doloso sarebbe scoppiato intorno alle 2 di questa notte.