Miriam Candurro, non solo attrice in Un posto al sole
Chi segue Un posto al sole la conosce come Serena Cirillo, ma Miriam Candurro non è solo attrice. Napoletana, laureata in lettere classiche, il volto noto della soap recita ormai nei panni del suo alter ego televisivo da dieci anni. Nel privato, l’attrice ha un compagno, dei figli ed è anche scrittrice, un’attività che riesce a coniugare con il suo lavoro sul set di Un posto al sole. In un’intervista con Il Corriere del Mezzogiorno, Miriam Candurro presenta il suo secondo libro dal titolo La settima stanza, un romanzo di formazione che ha per protagonista Giovanni, un uomo che torna nel suo paese d’origine dopo vent’anni dove ritrova i suoi affetti familiari. La storia è ambientata nei giorni della pandemia, in cui sono vietati gli spostamenti fuori dal territorio regionale. Così lui resta bloccato lì, in quel luogo che gli ricorda il suo passato.
Il romanzo affronta il tema della violenza di genere, un argomento che la tocca “molto da vicino”, come ha spiegato a Il Corriere: “So di essere nata nella parte giusta del mondo, mentre alle donne di altri Paesi sono negati i diritti fondamentali. In fondo è una questione di nascita, di latitudine, di cultura, di religione. Tutte queste donne meravigliose che, in questo momento storico, stanno sfidando le leggi e la cultura avversa, per imporre la loro personalità, sono davvero delle eroine da supportare in ogni modo”.
Miriam Candurro tra Un posto al sole e progetti futuri: al cinema prossimamente con “Trentatré”
Miriam Candurro si sente prima di tutto un’attrice, poi una scrittrice, ma ritiene che le due attività siano strettamente legate “dallo stesso processo di creazione. Il mio metodo è identico: mi immergo nella vita di un’altra persona e nelle sue emozioni. Quando recito, le faccio venire fuori attraverso il corpo, la voce, lo sguardo. Quando scrivo, rendo quelle emozioni parole”.
Oltre a rivederla ancora in Un posto al sole nei panni della sorella maggiore delle gemelle Manuela e Micaela, Miriam Candurro sarà anche al cinema. A Il Corriere del Mezzogiorno racconta di aver appena terminato di girare Trentatré, pellicola d’esordio del regista campano Lorenzo Cammisa. Al giornale spiega che l’opera: “Indaga il disagio di chi vive in provincia avendo delle legittime ambizioni di affermazione spesso negate da un contesto limitante”.