Quella di Miriam Sylla, da poco nominata capitana dell’Italia femminile di volley, è il perfetto esempio di una storia di integrazione. La pallavolista, intervistata dal Corriere della Sera, ha ripercorso il suo cammino e la sua gratitudine per un destino che le ha voluto bene. Il padre, arrivato in Italia dalla Costa d’Avorio, si è salvato infatti grazie alla generosità di una signora che a tutt’oggi Miriam chiama “nonna”: “(I miei nonni) sono angeli. Mio padre è stato fortunato a incontrarli. Se mia nonna non gli avesse dato un passaggio, io che cosa sarei stata? Papà era arrivato a Bergamo. Dormiva alla Caritas. Ma faceva freddo e mio zio soffriva: così si trasferirono al Sud. Una sera quella signora, rientrando a casa in macchina, vide mio padre e lo aiutò. Lui cominciò a lavorare per la famiglia, poi mia mamma lo raggiunse: quando nacqui io, queste due persone si affezionarono. Alla nursery facevano vedere a mia nonna tutti i bimbi bianchi. E lei: “No, è quella lì”. L’infermiera strabuzzava gli occhi…“.



MIRIAM SYLLA: “ITALIA E’ RAZZISTA”

Miriam Sylla, anche fuori dal campo, ha il coraggio delle proprie posizioni: “Non vorrei scatenare polemiche, più volte mi è stato detto di fare solo l’atleta: però uno sportivo ha anche una testa pensante. Non si può generalizzare, ma nemmeno sostenere che l’Italia non è razzista: sarei tonta a crederlo. Se sentissi qualcuno chiamare negro? Che uno lo dica per insultare o tanto per parlare, io lo correggo. E spiego che i compagni mi prendevano in giro, mi svuotavano lo zaino nel pullman e non mi facevano sedere accanto a loro. Non gliela farei passare liscia: non odio, ma evito di perdonare“. Che cosa pensa Miriam quando legge dei barconi dei migranti che affondano? “Che su uno scafo sarei potuta finire pure io. E mio padre avrebbe potuto essere uno che lavorava nei campi per 2 centesimi all’ora“. Poi sulla battaglia fatta per lo ius soli: “Non avrei dovuto? Per 10 anni ho avuto un passaporto verde, pur non essendo stata in Costa d’Avorio ed essendo nata e vissuta in Italia. Ho avuto una crisi d’identità: sono italiana o no?“.



MIRIAM SYLLA: “SE VINCEREMO VI RACCONTERO’ UNA BELLA STORIA”

In tempi non sospetti la pallavolista ha detto di essere pronta a fare la ragazza madre: “Se non trovassi la persona con cui condividere la vita, potrei farlo“. Il personaggio che ammira è “Fiorella Mannoia. Sono andata ai suoi concerti: trasmette energia, positività, forza. Mi piacerebbe assomigliarle“. In Nazionale la Sylla ha trovato in Paola Egonu una grande amica: “Quando nel 2018 mancò mia mamma mi disse che avrebbe mollato ogni cosa e sarebbe venuta con me. Non è da tutti: e lei giocava ancora a Novara…Paola è una stella che brilla: strega con gli occhi, di un’espressività senza pari. È nata per il volley. Io pure, ma un po’ meno. Però non mi sento in disparte. (…) Tutti vogliono che a Tokyo vinciamo una medaglia? Di quello che vuole la gente, scusate, non ci importa. Conta ciò che desideriamo noi. Ma se a Rio non eravamo pronte, ora siamo ragionevolmente competitive. In caso di podio mi taglierò i capelli e li farò biondi. Se vinceremo, vi racconterò una bella storia“.

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