Mirko Casadei, figlio del “re del liscio” Raoul Casadei risponde alle curiosità sulla sua vita, sulla carriera, e sul rapporto che aveva con suo padre alla trasmissione BellaMà. Il musicista parla del fatto che la tradizione musicale della sua famiglia inevitabilmente ha influenzato il suo stile, e dice “A volte i giovani non vogliono ascoltare i più grandi ma poi ci si rende conto che i consigli dei genitori erano sempre quelli più utili e veri“.
Alla domanda su come si supera il lutto della perdita di un padre, soprattutto se si tratta di una presenza importante come quella di Raoul Casadei dice “Non sento il vuoto perchè Raoul era talmente pieno di energia che è come se non fosse mai scomparso, è sempre qui con me, spesso lo sogno anche la notte“. E sempre sul rapporto artistico con suo padre dice, “alla fine eravamo sempre d’accordo. Non ho mai avuto paura di deluderlo perchè lui è sempre stato il mio primo fan e sapeva che potevo solo aggiungere qualcosa di nuovo alla tradizione“.
Mirko Casadei “Il successo di mio padre Raul? Grazie alla sua genuinità”
All’inevitabile domanda su Romagna Mia, Mirko Casadei risponde parlando dell’interprete che gli è piaciuto di più, tra i tanti che hanno cantato questo immortale pezzo della storia del liscio durante gli anni, e afferma “sicuramente la collaborazione con Jovanotti fino ad ora è stata quella più indimenticabile“. Poi torna a parlare di suo padre Raoul ed ammette che “c’era a volte qualche rimprovero“, che forse però era più un consiglio di vita importante “mio padre mi diceva sempre di essere più genuino e trasparente possibile, proprio come lo era lui nel rapporto con il suo pubblico“.
“Ho seguito i suoi suggerimenti e sono stati la chiave del successo“. Infine l’artista rivela quali sono i suoi prossimi progetti per il futuro e annuncia la partenza di una nuova collaborazione “faremo un concerto ripercorrendo i grandi classici dell’orchestra Casadei in chiave folk con la partecipazione di Max Gazzè“. Poi conclude “vogliamo portare avanti la battaglia per fare in modo che il liscio da semplice tradizione, come il tango argentino, diventi presto patrimonio mondiale dell’Unesco“.