Mirko Casadei, figlio di Raoul, è intervenuto ai microfoni della trasmissione televisiva “L’Ora Solare”, andata in onda nella giornata di ieri, giovedì 10 marzo 2022, su Tv 2000 e condotta da Paola Saluzzi. Immancabilmente, la conversazione è stata tutta incentrata sulla figura di Raoul Casadei, morto un anno fa a causa del Coronavirus e, proprio al suo ricovero in nosocomio è legato uno degli ultimi aneddoti (e anche dei più spiritosi) della sua esistenza: “Quando è arrivato all’ospedale di Cesena nel reparto Covid – ha esordito Mirko –, mio padre è sceso dall’ambulanza con le sue gambe e ha incontrato un’infermiera. Lei l’ha riconosciuto e gli ha chiesto di cantare ‘Ciao mare’: lui l’ha fatto, portando in quel momento un bel sorriso tra gli operatori sanitari”.
La grandezza artistica di Raoul Casadei era nota addirittura a Papa Wojtyla, al quale è legato un curioso ricordo. Anche questo, è stato narrato dalla voce di Mirko Casadei: “Una delegazione di romagnoli andò da Papa Giovanni Paolo II e gli cantò ‘Romagna mia’. A un certo punto, lui fermò i ragazzi e rivelò loro che anche lui era solito intonare questa canzone, cambiando una parola del titolo e del ritornello: Polonia mia”.
MIRKO CASADEI: “MIO PADRE RAOUL AVEVA UN GRANDE CARISMA”
Sempre ai microfoni de “L’Ora Solare”, Mirko Casadei ha dichiarato che Raoul Casadei inventò fondamentalmente il ruolo dell’anchorman: “Tra una canzone e l’altra parlava, sapeva farlo. Aveva fatto il maestro elementare per tanti anni, quindi aveva il dono della parola. I ballerini dell’epoca se la prendevano, perché volevano ballare: lui aveva un grande carisma, però, e le serate erano sempre piene di gente. Sapeva raccontare il lato bello della vita. Tanta gente ha chiamato i propri figli come mio papà”.
Inoltre, dettaglio particolare, Casadei ha suonato anche a numerosi funerali: “Ci fu il caso di una vedova di Predappio che lo chiamò per onorare l’ultima volontà del marito defunto e Raoul non poté dire di no. Cominciò con un tango appassionato in un’atmosfera triste, il brano si chiamava ‘Non voglio perderti’. Improvvisamente, però, la vedova gli si avvicinò e gli chiese di cambiare repertorio e di suonare canzoni allegre, perché erano quelle che piacevano a suo marito”. Raoul Casadei ha inoltre contribuito alla nascita della Ca’ del liscio a Ravenna, la più grande balera italiana: “Lui aveva il piacere di incontrare la gente, voleva sapere cosa facesse nella vita. Era curioso di conoscere tutti”, ha chiosato Mirko Casadei.