Mirko Frezza, attore con un passato difficile, ospite di “Ciao Maschio si definisce “Impulsivo e autentico” che “insieme sono pericolosi. Anche con i miei figli mi comporto così e per me il loro giudizio viene prima di tutto. L’impulsività non viene per caso, viene dal mio percorso di periferia, dove è meglio essere così piuttosto che riflessivi. Bisogna reagire subito. Dipende dove nasci. Io sono nato a La Rustica, poi sono entrato in una scuola importante che però per me era come un collegio. Mi hanno portato lì perché vivevamo in periferia: papà faceva il macellaio, mamma faceva la modella con le sorelle Fontana. Poi a quattordici anni sono tornato a casa perché erano successe delle cose in famiglie e non potevano più permettersi la retta. In quel momento della mia vita i miei nonni mi hanno fatto da genitori. È stato un periodo breve e poi la famiglia si è ricongiunta”.



Nella vita di Mirko Frezza c’è anche il carcere, arrivato “perché scelgo di far parte di qualcosa, poiché vengo da un quartiere periferico dove le istituzioni vengono solo quando ci sono le elezioni. E quel far parte di qualcosa, mi ha portato a cose che mi hanno segnato per sempre, di cui non vado orgoglioso. Ma ho capito che quella non era la vita che volevo fare… Poi la vita mi ha mandato un angelo, mia moglie, che mi ha trascinato fuori da quel micro-mondo. Io non riesco a staccarmi da quel quartiere ma ho imparato a perdonare. Oggi i miei amici non li comprendo”.



Mirko Frezza: “Avrei voluto fare il militare”

Mirko Frezza, ospite di “Ciao Maschio”, racconta: “La prima volta finisco in carcere due ore prima che partisse un treno per fare il militare. Io sarei voluto entrare in fiamme oro di pallanuoto. La mia passione sarebbe stata quella, perciò a 17 anni ho fatto una domanda in polizia con un onorevole che era un amico di famiglia… I miei genitori erano in carcere entrambi quindi non è stato possibile. Loro poi sono usciti e io volevo fare il militare ed entrare in polizia ma quando mi rifiutarono, mi scattò una cosa dentro. Per le istituzioni ero già un deviato, ma speravo che almeno il militare mi potesse aiutare. Dovevo partire per Udine ma la sera prima mi hanno arrestato per un piccolo reato, portandomi a Regina Coeli”.



“Qualche tempo dopo sono uscito – continua Mirko Frezza – ma per mio padre avevo già la vita segnata e quindi quell’appartenenza di prima è diventata ancora più forte e sono entrato e uscito dal carcere. In totale ho fatto quasi dieci anni di prigione. Mia moglie e i miei figli mi hanno salvato: la prima ha 21 anni, la seconda 16 e il terzo 10. Mia moglie al terzo figlio si era stufata e mi ha detto ‘O cambi o non portiamo avanti questa gravidanza’, allora sono cambiato. Lei è stata molto paziente”. Poi, è arrivato il mondo del cinema: “Un giorno ho incontrato un amico e mi ha detto che mi portava con lui nel mondo del cinema. Allora ho cominciato a lavorare in questo ambito e poi ho deciso di fare lo stunt-man. Questa cosa – conclude Mirko Frezza – mi ha portato a fare dei lavori importanti e poi piano piano sono arrivato a fare l’attore. Dal 2015 ho fatto venti film e due serie”.