Mirko Genco, condannato in appello a 30 anni di carcere per l’omicidio dell’ex compagna 34enne Juana Cecilia Hazana Loayza, è a sua volta figlio di una vittima di femminicidio. Un retroscena che appare incredibile se si pensa all’atroce delitto commesso dall’uomo, accusato di aver violentato e sgozzato la donna in un parco di Reggio Emilia nella notte tra il 19 e il 20 novembre 2021. Mirko Genco, come ricostruito dalla trasmissione Amore Criminale, avrebbe incontrato Juana Cecilia Hazana Loayza nello stesso anno e avrebbe iniziato con lei una relazione poi finita in breve tempo. La donna lo aveva denunciato per stalking e lui era stato condannato per le condotte persecutorie nei confronti della donna, ma 17 giorni prima di ucciderla avrebbe ottenuto la sospensione della pena condizionata a un percorso di rieducazione mai iniziato.
“Chiedo perdono solo a Dio, perché a Cecilia non posso più chiederlo, ma soprattutto a suo figlio: io so bene cosa significhi non avere una mamma“. Queste le parole che Mirko Genco, durante il secondo grado, avrebbe pronunciato nelle sue dichiarazioni spontanee alla Corte d’Assise d’appello di Bologna che ha elevato la pena con una sentenza di condanna a 30 anni di reclusione (in primo grado, Geco fu condannato a 29 anni e 3 mesi).
Mirko Genco, chi era la madre vittima di femminicidio
Era il 2015 quando la madre di Mirko Genco, Alessia Della Pia, fu uccisa a 39 anni dall’ex convivente tunisino Mohammed Jella. Il femminicidio si consumò il 6 dicembre a Parma. Dopo il delitto, Mirko Genco, all’epoca 18enne, si sarebbe stabilito dai nonni materni. Lo riporta Il Resto del Carlino, secondo cui la donna sarebbe stata massacrata di botte nell’androne di casa, poi immersa nella vasca da bagno del suo appartamento e infine riportata, esanime, sulla scena della brutale aggressione.
Ad allertare i soccorsi sarebbe stato lo stesso ex convivente della vittima, poi datosi alla fuga. Mohammed Jella sarebbe stato arrestato quasi 2 anni dopo il femminicidio, nel 2017, mentre si trovava nel suo Paese d’origine, la Tunisia. Jella, 30enne al momento del fermo, sarebbe stato intercettato dalla polizia tunisina ed era ricercato in ambito internazionale per l’omicidio di Alessia Della Pia. Stando a quanto riportato da Repubblica, sarebbe riuscito a vivere in latitanza per quasi 2 anni usando documenti falsi.