Torna al centro delle cronache Miss Hitler. La 39enne di Pozzo d’Adda, comune in provincia di Milano, è finita sotto inchiesta con l’ipotesi di associazione finalizzata alla propaganda e all’istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alla scoperta del gruppo antisemita Ordine Ario Romano. Il vero nome di Miss Hitler è Francesca Rizzi e al momento, come scrive il quotidiano Repubblica, il suo account Facebook risulta essere disattivato, forse per via dei numerosi insulti ricevuti dopo che si è diffusa la notizia dell’indagine. Il titolo discutibile di Miss Hitler le era stato affidato due anni fa dopo che la stessa aveva partecipato ad un concorso di bellezza lanciato sul social network russo VK, e in cui appunto bisognava individuare la ragazza più bella di estrema destra.



Un concorso che alla fine la Rizzi è riuscita ad ottenere sia per il suo aspetto estetico ma anche e soprattutto per i suoi vistosi tatuaggi inneggianti al nazismo, come ad esempio una gigantesca aquila sulla schiena con tanto di svastica, e una serie di post social di odio e insulti contro gli ebrei. Proprio Miss Hitler faceva parte delle 12 persone facenti parte del gruppo antisemita di cui sopra, che hanno l’obbligo di firma, e a cui viene contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata alla propaganda e all’istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa.



MISS HITLER INDAGATA: I FATTI DEL 2019

Francesca Rizzi in particolare, secondo l’accusa, avrebbe cercato di contattare il gruppo estremista del Portogallo chiamato ‘Nova Ordem Social’. I dodici fermati avevano inoltre rapporti via social con Marco Gervasoni, professore universitario sotto indagine per minacce e offese a Mattarella. Miss Hitler era stata indagati nel novembre del 2019 assieme ad altri 18 estremisti in un’inchiesta a Caltanissetta per costituzione e partecipazione ad associazione eversiva e istigazione a delinquere. Nei suoi post aveva pubblicato pesanti insulti nei confronti della senatrice a vita e deportata di Auschwitz, Liliana Segre e nell’agosto dello stesso anno aveva preso parte alla Conferenza Nazionalista a Lisbona con l’obiettivo di costituire una maxi alleanza fra movimenti di ispirazione nazionalsocialista di Portogallo, Italia, Francia e Spagna.

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