La guerra tra Russia e Ucraina, giunta al suo 714eismo giorno, fa registrare alcune tensioni tra Mosca e la Polonia, che nella mattinata di oggi ha intercettato un missile russo che si stava dirigendo verso il suo territorio. Come da protocollo è stata attivata immediatamente la risposta dell’aeronautica militare polacca, che ha tempestivamente attivato i suoi cacciabombardieri F-16. Fortunatamente, però, si sarebbe trattato solamente di un problema tecnico, e il missile russo non ha mai raggiunto la Polonia, correggendo la sua rotta all’ultimo minuto per poi esplodere sul territorio ucraino, precisamente nella regione occidentale di Leopoli. Il governo polacco, in merito, ha minimizzato, sottolineando che l’invio degli F-16 era del tutto precauzionale e preventivo.
Missile russo contro la Polonia: cosa è successo?
Insomma, nella mattinata di oggi un missile russo ha quasi raggiunto la Polonia, che ha immediatamente liberato in volo i suoi caccia F-16 per scongiurare la minaccia. Il missile Cruise, probabilmente lanciato da un Tu-95MS o da un Tu-22M3 (i bombardieri in dotazione al Cremlino), è stato intercettato a circa 20 chilometri dal confine polacco con l’Ucraina, e mentre gli F-16 si dirigevano verso la minaccia, avrebbe improvvisamente virato di 180 gradi, dirigendosi verso quello che probabilmente era il suo obiettivo principale.
Attualmente, non è noto se l’attacco in Polonia con il missile russo fosse volontario, ma le autorità polacche stanno conducendo tutte le indagini del caso, ipotizzando ogni scenario e mantenendo il massimo riserbo. L’ipotesi più credibile, tuttavia, è quella di un errore di calcolo o tecnologico, dato che Mosca in mattinata ha condotto un’ampia campagna di bombardamenti sul territorio ucraino, nella quale ha impiegato circa 64 differenti ordigni (44 missili e 20 droni). Uno di questi missili russi potrebbe essersi diretto in Polonia, salvo poi correggere la sua rotta e scagliarsi nella regione di Leopoli. Le autorità di Kiev, comunque, hanno dichiarato di aver intercettato circa due terzi degli ordigni, mentre i restanti avrebbero colpito diversi obiettivi civili, sia nella capitale Kiev, che nelle regioni di Khmelnytskyi e Leopoli e nella città di Mykolaiv.