Il nuovo missile balistico intercontinentale Sarmat con il quale la Russia e Vladimir Putin stanno spaventando il pianeta è finito al centro di una disamina eseguita da David Rossi, analista di geopolitica di “Difesa Online”, ai microfoni dell’agenzia stampa nazionale Adnkronos. L’esperto ha sottolineato che “ciò che rende l’RS-28 Sarmat particolarmente temibile non sono le dimensioni (pesa quanto cento Tesla ed è alto quanto un palazzo di una dozzina di piani), né il raggio d’azione (18mila chilometri, passando spesso e volentieri per l’Antartide, dove non sono attivi sistemi di difesa antimissile), né la velocità davvero eccezionale (25.500 chilometri orari: tanti ma inferiori ai quasi 29mila del LGM-30 Minuteman americano), né il fatto di poter trasportare da 10 a 15, secondo alcune fonti 16, testate nucleari contemporaneamente (tutte le maggiori potenze sono dotate di missili a testata multipla). Quello che, secondo Mosca, fa la differenza è il fatto che fa tutte queste cose insieme: ai Russi piace far sapere che è in grado di trasformare un Paese in una landa deserta coperta di crateri.



Tuttavia, David Rossi ha l’impressione di essere di fronte a un’arma capace di aumentare il numero di morti e le distruzioni a seguito di una guerra, ma “non in grado di cambiare, per così dire, le regole del gioco: comunque, lascia al nemico colpito o ai suoi alleati la capacità di ‘second strike’, cioè di lanciare in risposta un identico o maggiore attacco con armi nucleari strategiche”.



ROSSI (DIFESA ONLINE): “SARMAT? UN DETERRENTE USATO DALLA RUSSIA”

Nel prosieguo della sua chiacchierata con i colleghi di Adnkronos, Rossi ha rimarcato che il valore di Sarmat non risiede nell’uso, ma nella capacità di terrorizzare la popolazione e costringere i governi a sottomettersi al Cremlino: “Ogni guerra mondiale ha lasciato strascichi di paure relative all’uso delle armi più devastanti. Nel 1939, il primo ministro Neville Chamberlain paventava l’uso delle maschere antigas e i bombardamenti venefici delle città come motivo per non provocare la Germania di Hitler. Poi, sappiamo com’è finita… Oggi, a 77 anni dagli unici bombardamenti atomici della storia, quelli su Hiroshima e Nagasaki, viviamo ancora nel timore di un attacco di questo tipo”.



Molti analisti, ha concluso Rossi, sostengono che l’uso di armi nucleari strategiche sia ancora oggi “impossibile, dato che gli altri Paesi conserverebbero intatta la loro capacità di risposta. Insomma, la deterrenza funziona ancora e Sarmat sembra più un bastone fatto per essere agitato che per venire usato”.