Missili nucleari, dove si trovano in Italia

La minaccia nucleare russa spaventa anche l’Italia. Il nostro Paese non possiede arme militari nucleari né le produce, ma fa parte di Alleanza Atlantica e Nato e dunque ha al suo interno basi che invece hanno missili nucleari appartenenti agli Usa che potrebbero rientrare nella minaccia di Putin, che il 21 settembre ha dichiarato: “Useremo ogni mezzo per difenderci, questo non è un bluff”. Parole, quelle del presidente russo, che spaventano.



In Italia ci sono due basi militari con missili nucleari americani: Ghedi (Bs) e Aviano (Pn). Come ha spiegato Andrea Margelletti, presidente del Cesi (centro studi internazionali) a Il Sole 24 Ore, la prima base è una «Nato nuclear sharing group dove il Paese ospitante mette a disposizione il vettore, nel nostro caso può essere adesso un Tornado, mentre gli americani forniscono l’ordigno». Dunque alcuni veivoli della nostra Aeronautica sono dotati di bombe di questo genere: dovrebbero essere circa 100, spiega Il Sole 24 Ore.



Missili nucleari, la minaccia di Putin preoccupa anche le basi italiane

La seconda base con missili americani si trova ad Aviano. Il direttore di Rid (Rivista italiana DIfesa) Piero Batacchi ha spiegato a Il Sole 24 Ore che «ci sono Le B-61, vale a dire «bombe nucleari di fabbricazione americana per l’impiego tattico e strategico da caccia e bombardieri». Aviano è una sede militare dove gli americani si muovono in autonomia. A Ghedi invece ci sono regole militari condivise tra i Paesi Alleati. Le B-61 presenti ad Aviano sono «bombe nucleari di fabbricazione americana per l’impiego tattico e strategico da caccia e bombardieri».



dispositivi nucleari americani pronti a essere aviotrasportati dalla nostra Aeronautica Militare presenti a Ghedi e gli aerei Usa per il trasporto e lancio di missili presenti ad Aviano potrebbero far gola a Putin. Dopo le sue minacce, infatti, le basi sono nello stato di massima allerta. «Dobbiamo fare tutti gli sforzi per sostenere l’Ucraina, non farlo significa portare alla resa dell’Ucraina. Dall’altro lato bisogna incoraggiare i possibili spazi per un confronto positivo per arrivare ai negoziato di pace» ha affermato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.