Continua il nostro viaggio nelle curiosità a 50 anni dallo sbarco della missione spaziale Apollo 11 che portò l’uomo sulla Luna. Uno dei nomi che in questi anni abbiamo sentito citare più volte è il cosiddetto “mare della Tranquillità”. Di cosa si tratta? E’ l’area in cui il Modulo Lunare ha deciso di avvicinarsi avendo le condizioni ideali per l’allunaggio. Come riportato da “Il Post”, i mari lunari sono pianori basaltici formati da antiche eruzioni vulcaniche sulla Luna. Il nome è frutto di una “svista”: i primi astronomi, infatti, non erano in possesso di strumentazioni potenti nelle loro osservazioni e pensavano che il loro colore più scuro fosse dovuto alla presenza di mari veri e propri. La prima bandiera sul suolo lunare venne piantata da Armstrong e Aldrin: aveva un’asticella orizzontale per mantenerla tesa anche in assenza di atmosfera e vento. I cosmonauti riscontrarono qualche problema nel conficcare l’asta della bandiera, riuscendo a farla penetrare per meno di 20 centimetri. Forse anche per questo motivo la bandiera, scossa dall’onda d’urto provocata dai motori del Modulo Lunare che stava ripartendo, cadde per terra. (agg. di Dario D’Angelo)



MISSIONE SPAZIALE APOLLO 11, L’EMBLEMA DISEGNATO DALL’ASTRONAUTA

Doodle di Google dedicato, com’è giusto, alla missione spaziale dell’Apollo 11 che portò l’uomo sulla Luna, un’impresa storica di cui oggi ci celebra il 50esimo anniversario. In pochi conoscono però la storia del logo di quella missione e il retroscena che portò Michael Collins, uno dei tre astronauti, ad adottarlo. Come ricorda “Il Post”, obiettivo di Collins era trasmettere il senso di un allunaggio pacifico da parte degli Usa. Da qui l’idea di un’aquila, animale simbolo americano, nell’atto di atterrare sul suolo lunare tenendo nel becco un ramoscello d’ulivo sullo sfondo. Alla NASA, però, temettero che gli artigli dell’aquila potessero risultare troppo “minacciosi”: così venne deciso che proprio gli artigli sarebbero stati “impegnati” nel tenere il ramoscello d’ulivo. Sull’emblema della missione spaziale erano assenti i nomi dei tre astronauti, che rinunciarono a questo privilegio in onore delle migliaia di persone che resero possibile la missione spaziale Apollo 11. (agg. di Dario D’Angelo)



MISSIONE SPAZIALE APOLLO 11, PERCHE’ SI CHIAMA COSI’

Sono trascorsi 50 anni dall’allunaggio ma sono ancora tante le informazioni sulla missione Apollo 11 di cui gran parte della popolazione è all’oscuro. Sapevate per esempio perché venne scelto questo nome per la missione? Tutto nacque da una proposta di Abe Silverstein, ingegnere della NASA che nel 1960, una sera, mentre si trovava a casa, si ritrovò a fantasticare sul dio Apollo che traina il carro del Sole. Questa immagine, per dimensioni e ambizione della missione spaziale che gli Usa si accingevano a compiere, gli sembrò appropriata. Un’altra curiosità riguarda i tre protagonisti della missione, gli astronauti Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins. Dopo lo storico allunaggio nessuno di loro fu più impiegato in una missione spaziale. Il motivo? Gli Stati Uniti volevano tutelare l’incolumità dei tre, entrati di diritto nella storia. (agg. di Dario D’Angelo)



MISSIONE SPAZIALE APOLLO 11, CHI RITORNA SULLA LUNA?

Si celebra in questi giorni la missione spaziale Apollo 11: compie infatti in queste ore ben 50 anni lo sbarco dell’uomo sulla Luna. La domanda sorge spontanea: quando torneremo nuovamente sul satellite? In base a quanto riportato dai colleghi di Wired.it, la Nasa pare stia preparando dei nuovi allunaggi per il 2024, a esattamente 52 anni di distanza dall’ultimo sbarco datato 1972. Rispetto agli anni 60, 70 e 80, la corsa alla conquista dello spazio è notevolmente venuta meno come importanza, sia per la fine della Guerra Fredda fra Stati Uniti e Unione Sovietica, sia per via dell’elevato costo di denaro delle missioni spaziali, valutate in centinaia di miliardi di dollari. La cosa certa è che alla Luna non è solo interessata gli Stati Uniti, ma numerose altre nazioni, a cominciare dalla Cina, che è l’unico paese oltre a Usa e Unione Sovietica, ad aver toccato il suolo lunare con delle sonde. Attenzione anche ad Israele, che pare stia preparando una nuova esplorazione lunare, così come l’India. Ma il settore più in espansione è probabilmente quello privato, capitanato da Jeff Bezos di Amazon, e da Elon Musk di Tesla. Entrambi, con i progetti Blue Origin e SpaceX, contano di portare i comuni mortali sulla Luna nel giro di pochi anni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MISSIONE SPAZIALE APOLLO 11: IL FUTURO È MARTE

Nella giornata di ieri si è celebrata la mitica missione Apollo 11, a 50 anni esatti dallo sbarco dell’uomo sulla Luna. Un evento memorabile che ha cambiato la storia dell’umanità e che ha permesso agli umani di mettere piede per la prima volta su un pianeta diverso dalla Terra. Ma del resto, come ha spiegato Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana: “Quando l’uomo decide di impegnarsi per ottenere un risultato importante, tecnologico e di conquista, riesce a farlo”. L’ultimo uomo ad andare sulla luna è stato Eguene Cernan, che il 7 dicembre 1972 passeggiò sul suolo lunare durante l’Apollo 17. Fra gli anni ’80 e il 2011, lo Space Shuttle, oggi in disuso, ha invece permesso di costruire la Stazione Spaziale Internazionale, la più grande struttura mai realizzata al di là della Terra, un’impresa resa possibile grazie alla collaborazione fra Stati Uniti, Russia, Canada, Giappone ed Europa. E il futuro cosa ci riserverà? Secondo quanto spiegato dal’agenzia Ansa, il prossimo passo potrebbe essere la nuova stazione spaziale Getaway nell’orbita lunare, che potrebbe rappresentare un avamposto per Marte. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MISSIONE SPAZIALE APOLLO 11: QUANTO COSTO’ ANDARE SULLA LUNA?

Secondo le fonti ufficiali americane, il progetto Apollo è costato oltre venti miliardi di dollari. Una cifra da suddividere in oltre otto miliardi per lo sviluppo della famosa navicella spaziale, dieci miliardi per la famiglia lanciatori Saturn (di cui circa un miliardo utile “solo” per mettere a punto il motore) e altri due o tre miliardi per i costi operativi delle missioni. Tutti questi calcoli tengono conto della progettazione, oltre a tutta la parte di sviluppo riguardante il lato tecnico, quindi i veicoli, le tute spaziali, gli esperimenti scientifici etc. Gli esperti sono compatti nel dire che andrebbero inclusi anche i costi relativi alle operazioni sulla terra ferma, come ad esempio gli importanti centri di addestramento per gli astronauti. Ci sarebbe poi aggiungere l’infrastruttura satellitare e terrestre, per un valore complessivo che supererebbe anche qui i cinque miliardi di dollari. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)

Le parole di Umberto Guidoni

Umberto Guidoni

è stato il primo astronauta europeo a visitare la Stazione Spaziale Internazionale nel 2001 ed oggi, in occasione dell’importante anniversario della Missione spaziale Apollo 11, è intervenuto su Radio Cusano Campus: “Le missioni Apollo ci hanno consentito di osservare la Terra da distanze enormi e questo è servito a farci comprendere quanto piccola essa sia e anche fragile”, ha detto. Attorno a quella che definisce una “magnifica sfera azzurra”, infatti, “non c’è nulla a parte il vuoto”. Quindi ha parlato della visione che c’è oggi rispetto al passato, quando si parla delle missioni spaziali, spiegando che “C’è un cambio di passo”. “La missione Apollo è stato il sogno di un’intera generazione, che l’umanità potesse davvero lasciare la Terra e avventurarsi nello Spazio. Quello dell’Apollo 11 rimase un episodio eccitante ma isolato, se pensiamo che in questi cinquant’anni solo poco più di 500 persone hanno volato nello Spazio”, ha spiegato l’astronauta che ha chiosato con una speranza, quella che “nei prossimi cinquanta, siano migliaia se non milioni, che ci sia cioè la volontà di portare avanti questo sogno, magari anche con l’ingresso di finanziatori privati, come sta accadendo in questo periodo”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

ALLUNAGGIO FINTO? TEORIE COMPLOTTO 50 ANNI DOPO

Nel cinquantesimo anniversario dell’allunaggio, continua a reggere l’affascinante teoria del complotto dietro la missione spaziale Apollo 11 che portò per la prima volta l’uomo sulla Luna il 20 luglio del 1969. Nonostante sia stato scientificamente provato, i dubbi in tanti restano ancora oggi e c’è chi è pronto a giurare che in realtà l’allunaggio non sia mai avvenuto. E come la mettiamo con le immagini trasmesse in diretta e viste da milioni di spettatori? Tutta opera di Stanley Kubrick per raggirare le persone. Ad alimentare lo scetticismo sarebbero due fattori: il primo di natura politica. La missione della Nasa avvenne nel contesto della Guerra Fredda e durante la corsa alla conquista dello spazio tra Usa e Unione Sovietica. Secondo i complottisti, in quel periodo storico era troppo pericoloso mostrare immagini vere per non mettere in cattiva luce, in caso di errori, la superiorità americana. In merito al presunto elemento di complotto, secondo alcuni storici il caso Watergate evidenziò la possibilità che il governo agisse illegalmente e di nascosto dai cittadini. Le smentite negli anni non sono mai mancate, eppure le teorie del complotto continuano, oggi più che mai. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

ALDRIN, ARMSTRONG E COLLINS NON SI AMARONO MAI

Continuiamo a raccontare gli aneddoti più interessanti sulla missione Apollo 11, nella giornata in cui si celebrano i 50 anni dello sbarco dell’uomo sulla Luna. Aldrin, Armstrong e Collins sono i tre astronauti che hanno preso parte alla missione, ma solo il secondo ha messo effettivamente piede sul suolo lunare. Quando il primo scoprì che sarebbe stato Neil a “galleggiare” sul satellite, andò su tutte le furie, e quando la missione fu completata, iniziò a cadere nella depressione e a darsi all’alcol. «La Luna ha rischiato di rovinarmi – scrisse nella sua biografia – ma senza di lei non sarei quello che sono. Provo nostalgia in questi giorni di festeggiamenti, ma non vorrei tornarci, perché è un posto desolato e orribile». Armstrong era invece impassibile, nonostante in un paio di occasioni, durante l’addestramento pre-missione, rischiò seriamente la vita. Si mormora che la morte della figlia, malata di tumore, gli abbia fatto vivere la vita in maniera più serena, quasi come fosse pronto a morire da un giorno all’altro. Infine Collins, colui che durante la missione ha guidato il modulo lunare, e che Rivista Studio.com definisce il più distaccato dei tre. Nonostante la missione che cambiò la storia, rimase sempre una persona “normale”, vivendo la sua vita senza ansie ne depressioni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MISSIONE SPAZIALE APOLLO 11: IL COSTO DELL’IMPRESA

Ricorre oggi il cinquantenario della missione spaziale Apollo 11, lo storico evento che portò per la prima volta l’uomo sulla Luna. Fra i numerosi quesiti che gli addetti ai lavori, ma anche semplici curiosi, si sono posti in questi cinque decenni, anche la domanda su quanto è costato il programma Apollo di casa Nasa. La risposta, stando anche a quanto pubblicato da Wired, non è precisa, ma oscilla comunque fra i 25 e i 28 miliardi di dollari, tenendo conto di tutto ciò che è stato appunto utilizzato, progettato e realizzato, prima, durante e dopo l’approdo sul nostro satellite. Si pensi solamente ai 400mila uomini impiegati per l’operazione, che fanno appunto capire la maestosità anche economica della stessa missione. Ma non finisce qui perché ovviamente 25 miliardi di dollari negli anni ’60, non equivalgono a 25 miliardi nel 2019. Tenendo conto del cambio per l’inflazione, l’ammontare di cui sopra cresce vertiginosamente, arrivando fino ad un range che dovrebbe oscillare fra i 150 e i 250 miliardi di dollari. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MISSIONE SPAZIALE APOLLO 11: L’ANNUNCIO DI JFK

La missione spaziale Apollo 11, quella che portò per la prima volta l’uomo sulla Luna, 50 anni or sono, iniziò ufficialmente nel 1962. Il 12 settembre di 57 anni fa, infatti, l’allora presidente degli Stati Uniti, il compianto John Fitzgerald Kennedy, annunciò al mondo intero l’intenzione degli USA di sbarcare sul satellite terrestre. Alla Rice University, in piena Guerra Fredda con l’Unione Sovietica, JFK disse: “Abbiamo deciso di andare sulla Luna. Abbiamo deciso di andare sulla Luna in questo decennio e di impegnarci anche in altre imprese, non perché sono semplici, ma perché sono ardite, perché questo obiettivo ci permetterà di organizzare e di mettere alla prova il meglio delle nostre energie e delle nostre capacità, perché accettiamo di buon grado questa sfida, non abbiamo intenzione di rimandarla e siamo determinati a vincerla, insieme a tutte le altre”. Fu la risposta alla missione russa del 1958, quando venne mandato nello spazio lo Sputnik: purtroppo Jfk morì prima di poter vedere i suoi connazionali mettere piede sulla Luna. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MISSIONE SPAZIALE APOLLO 11: IL RACCONTO DI COLLINS

Google dedicato uno speciale Doodle alla missione spaziale Apollo 11, il 50esimo anniversario dell’allunaggio, i 50 anni dello sbarco dell’uomo sulla luna. Il classico logo del gigante di Mountain View è stato quindi appositamente modificato per l’occasione, e se oggi vi capiterà di imbattervi sulla home page del motore di ricerca troverete un astronauta e la luna al posto delle prime due “o” della parola Google, il tutto in uno stile tipicamente lunare. Cliccando poi sullo stesso Doodle vi si aprirà un video direttamente da Youtube, in cui viene ricostruito l’intero allunaggio in versione stilizzata, quasi a cartoon. “Inizio sequenza di accensione – parte il video dedicato – 6, 5, 4, 3, 2, 1, 0, tutti i motori accesi! Decollo, decollo riuscito”. Quindi si vede il razzo vettore che parte, lascia la base e decolla verso lo spazio, nel contempo entra la voce di Mike Collins, l’astronauta che durante la missione guidava il modulo vettore, che dice “Ciao sono Mike Collins astronauta dell’Apollo 11”.

MISSIONE SPAZIALE APOLLO 11: L’UOMO SBARCA SULLA LUNA

“50 anni fa ho partecipato ad un’avventura che ha portato Neil Armstrong e Buzz Aldrin sulla superficie della Luna per la prima volta nella storia. In quel momento io mi trovavo in orbita a 97km sopra di loro nel modulo di comando, il modulo che alla fine ci avrebbe portati tutti a casa”. A quel punto il razzo vettore si “spezza”, lasciando solamente la parte terminale, quella che effettivamente porterà gli astronauti a stelle e strisce sul pianeta sconosciuto. “Neil, Buzz ed io sentivamo tutti gli occhi puntati su di noi”, prosegue Collins, “Ci sono volute circa 400mila persone per fare atterrare gli umani sulla Luna, dagli ingegneri ai programmatori di computer, alle persone che hanno cucito le tute spaziali”. Collins ricorda la tecnologia usata 50 anni fa per la missione che cambiò la storia del mondo: “Il computer di bordo aveva una potenza di calcolo inferiore a quella che oggi portiamo in tasca”.

MISSIONE SPAZIALE APOLLO 11: L’AVVENTURA CHE CAMBIO’ LA STORIA

La Nasa, prosegue nel suo racconto Collins, utilizzò tre diverse antenne, una in Spagna, una in Australia e una in California, di modo che gli astronauti potessero essere visibili indipendentemente dalla loro posizione. Interessante l’aneddoto della manovra cosiddetta “girarrosto”: “Eravamo esposti alla luce solare tra terra e luna, per regolare la temperatura dovevamo ruotare letteralmente come uno spiedo”. Un’emozione esagerata fu vedere la Luna per la prima volta da così vicino: “Uno spettacolo magnifico, era enorme”. Ma c’era un’altra visione da brividi: “Per quanto fosse impressionante da così vicino, non era nulla in confronto alla visione della terra in miniatura”. Il video prosegue con lo sbarco effettivo degli astronauti sulla Luna, i festeggiamenti presso la Nasa di Houston, e il ritorno sulla terra, con il satellite sullo sfondo. Di seguito il video di Google

IL VIDEO DEL DOODLE DI GOOGLE