Il governo, dopo le prime indiscrezioni, ha fatto almeno parzialmente marcia indietro rispetto alle nuove misure anti Covid. Prorogato l’obbligo dell’uso delle mascherine per il personale sanitario negli ospedali e nelle Rsa dopo che le regioni Lombardia e Campania avevano fatto sapere che avrebbero continuato a farne uso. Anticipata a oggi la fine dell’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario e deciso il reintegro di operatori sanitari non vaccinati che erano stati sospesi.
Il tutto fa seguito alle nuove regole sul ministero in merito alla pubblicazione del bollettino su contagi, ricoveri e decessi, che da giornaliero diventa a cadenza settimanale. Non si dice del tutto d’accordo con queste misure Mauro Pistello, direttore dell’Unità di Virologia presso l’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa e vicepresidente della Società italiana di microbiologia: “Se è vero che la coercizione e l’obbligatorietà non sono mai misure gradevoli da prendere, è anche vero che fosse solo per rispetto di tutti coloro che si sono vaccinati, togliere l’obbligo di vaccinazione a chi deve interagire con pazienti fragili è un messaggio sbagliato nei confronti della comunità civile. Si può arrivare a pensare che se va bene non vaccinarsi contro il Covid, allora tanto vale non vaccinarsi contro nessuna patologia e virus”.
Resta comunque l’obbligo dell’uso delle mascherine per il personale sanitario, che cosa ne pensa?
Avrei usato due modalità diverse di messaggio. Da un lato, prorogare, come è stato poi deciso, l’utilizzo della mascherina per evitare la trasmissione del virus soprattutto per gli operatori sanitari e i medici che hanno a che fare con pazienti fragili, anziani e oncologici, ai quali l’infezione può risultare deleteria. Però al contempo, e forse ancor più importante, per evitare stucchevoli polemiche tra chi è contro e chi a favore, dovrebbe essere fatto passare il messaggio che una infezione qualsiasi, se trasmessa a una persona fragile, può avere conseguenze pesanti.
Intende qualunque infezione, non solo il Covid?
Proprio così. La mascherina deve andare oltre l’attuale pandemia, dovrebbe essere utilizzata per evitare di trasmettere l’influenza e i virus respiratori. Limitarsi alla discussione “mascherina sì, mascherina no” perché c’è la pandemia non basta più. Questa pandemia ci ha fatto assumere una maggiore coscienza sociale rispetto alle infezioni: esse si trasmettono e le mascherine possono proteggere anche gli altri, non solo noi stessi. In questo senso avrei allargato l’orizzonte.
Paradossalmente durante la pandemia si era osservata una diminuzione vistosa dei casi di influenza proprio grazie all’uso delle mascherine, è così?
Esattamente, tanto è vero che nel 2020 la stagione influenzale di fatto non c’è stata. Si è ripresa un po’ nel 2021 con l’allentamento delle misure, cosa normale, perché non si può stare tutti con le mascherine. Ma in una Rsa e nei reparti ospedalieri, dove ci sono pazienti con il sistema immunitario fragile, indossare la mascherina è una forma di tutela e di rispetto verso l’altro.
E’ stato approvato lo stop dell’obbligo del vaccino per medici e personale ospedaliero. Pensa che fosse il momento giusto per farlo?
Anche su quello avrei usato due misure, tenendo conto che un operatore sanitario, dal momento che aderisce al Sistema sanitario nazionale, deve aderire anche ai suoi doveri. Sappiamo che è vivamente consigliato a un medico di lavarsi le mani, di curare bene l’igiene personale prima di vistare un paziente. Nel caso dei virus, il medico dovrebbe cercare di mettere in sicurezza il paziente, presentandosi vaccinato.
Forse ci si vuole affidare al buon senso degli operatori sanitari piuttosto che obbligarli a misure coercitive?
Sì, però in qualche modo il messaggio si può calibrare in modo diverso. Per esempio, consigliando il vaccino a seconda dei reparti, non imporlo a tutti, ma abolire l’obbligo può essere sbagliato nei confronti di tutti quelli che hanno aderito alla vaccinazione.
Il presidente della Fondazione Gimbe ha polemizzato, dicendo che si lancia un messaggio anti-scientifico e diseducativo. Che ne pensa?
Non ha torto. Il reintegro dei sanitari non vaccinati assomiglia a una sorta di condono verso chi non ha rispettato una legge. Alla fine è un brutto segnale, ci sono persone che non erano convinte del vaccino, ma alla fine per una ragione di rispetto delle regole lo hanno fatto. Altri non hanno voluto farlo e adesso è un liberi tutti. Almeno una nota di biasimo poteva starci. Capisco che è difficile prendere decisioni del genere, ma soluzioni intermedie si possono trovare.
Il virus circola ancora?>
Certamente. Non facciamo però i catastrofisti, siamo davanti a una stagione anomala dal punto di vista meteorologico. Potremmo andare incontro a qualche pandemia influenzale e a un ritorno del Covid, anche se in forma meno grave.
(Paolo Vites)
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