Ha davvero dell’incredibile quanto scoperto da “il Tempo” – rilanciato poi da “Open” e “Libero Quotidiano” – in merito al Decreto firmato dal Ministero dei Trasporti sul PNRR: in pratica una “manina” ha modificato il testo giunto in Gazzetta Ufficiale negli scorsi mesi, aggiungendo una nota di commento in “rosso” dai toni durissimi.

Un attacco vero e proprio ai Ministri – in primis il titolare dei Trasporti Enrico Giovannini – e all’intero Governo Draghi messo nero su bianco (anzi, rosso su bianco): «visto che nessuno dei Ministri si è vergognato a firmare una simile legge, noi ci vergogniamo di pubblicare l’Allegato e ci limitiamo a pubblicare il testo coordinato (già più che sufficiente a provocare ulcere gastriche nei lettori». Pochissime parole che sanno però di autentico sberleffo e critica durissima, per di più arrivando a “manipolare” la Gazzetta Ufficiale da cui ovviamente quella versione del decreto è stata eliminata.

CAOS MIT-GOVERNO, COS’È SUCCESSO

In sostanza, il decreto siglato dal Mit lo scorso 30 luglio 2021 relativo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevedeva e scandiva i criteri di governance della PNRR: il testo è stato creato a luglio, ma modificato il 28 settembre 2021, caricato poi infine in ottobre dal Ministero sul proprio portale a questo indirizzo (ora sparito dopo le polemiche sollevate). Il testo è finito nelle mani di Franco Bechis, direttore de “Il Tempo”, che ha deciso di pubblicarlo dopo le opportune verifiche: indagano ora sia il Ministero che la Polizia Postale per capire chi possa davvero aver modificato un testo ufficiale caricato in Gazzetta attaccando il Governo in carica. Inoltre, capire anche chi si cela dietro a quel “noi ci vergogniamo”: a chi appartiene la “manina” manipolatoria e perché un attacco del genere a Ministri legati al PNRR? Secondo l’analisi del portale “Openpolis” emerge che quel decreto stabiliva una sorta di “struttura piramidale” per la governance PNRR: «nel caso emergano problemi di natura tecnica, giuridica o politica, si prevedono una serie di meccanismi che possono portare a un inter- vento centralizzato con la possibilità, in alcuni casi, di ricorrere a poteri sostitutivi». L’ipotesi è allora che qualcuno al ministero possa aver manifestato tutto il proprio disappunto, sentendosi “superato” dal proprio potere di firma; non solo, conclude “Openpolis” citata da “Libero”, «Il governo che succederà a quello presieduto da Mario Draghi avrà un limitato margine di manovra. I progetti saranno quelli già definiti e i dirigenti della struttura di governance saranno quelli nominati quando al governo sedeva Draghi». Il documento digitale originale è stato creato a luglio dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ma poi tra settembre-ottobre è stato caricato sul sito del ministero dei Trasporti, dove per settimane il clamoroso “sgarbo” è rimasto on line: si esclude sempre di più la via dell’hacker, mentre le responsabilità in capo a qualche dirigente all’interno dei Ministeri potrebbe essere seriamente valutata dopo le opportune verifiche della Polizia Postale.