Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, è intervenuto sulle colonne del quotidiano “Libero” nella giornata di oggi, domenica 30 maggio 2021, per fare il punto sulla situazione pandemica attuale e, soprattutto, per fornire nuove, importanti rivelazioni sui vaccini sviluppati per combattere un virus che ormai da quasi un anno e mezzo ci tiene sotto scacco. In particolare, l’esperto ha evidenziato come gli studi più recenti, che hanno trovato pubblicazione anche su alcune riviste scientifiche, testimonino che inoculare la seconda dose vaccinale in ritardo rispetto a quanto previsto aumenti l’efficacia del siero.



“C’è uno studio pubblicato su Lancet – ha commentato il professor Remuzzi –, frutto dell’unione di quattro studi separati, che dimostra come ritardare la seconda dose migliori la risposta immunitaria”. Ma non solo: sì, perché ciò che è davvero clamoroso è che il mix di vaccini potrebbe rivelarsi un’arma ancora più importante a disposizione dell’umanità. “Ci sono altri studi che dicono chiaramente che la risposta immunitaria è decisamente più alta se per la seconda dose viene impiegato un vaccino diverso”.



REMUZZI: “MISCHIARE I VACCINI CONSENTE DI PRENDERE GLI EFFETTI POSITIVI DELLE DUE TIPOLOGIE”

Sulle colonne di “Libero”, il professor Giuseppe Remuzzi ha proseguito la sua disamina sull’aumento di protezione dall’infezione da Covid-19 se si mischiano le dosi di vaccino ricevute. In particolare, gli studi da lui menzionati prevedono una prima dose di AstraZeneca e una seconda di Moderna o di Pfizer: in questo modo, l’individuo che li riceve assume gli effetti positivi delle due tipologie. Quali sono? “I vaccini a Rna messaggero producono tanti anticorpi, mentre quelli a vettore virale sono più efficaci a stimolare le cellule T, che identificano e distruggono le cellule infettate dal virus”. Remuzzi ha quindi spiegato che, con questa modalità, gli effetti collaterali sono leggermente più evidenti, ma “parliamo di febbre, mal di testa e stanchezza, che passano in poche ore”. Un’ipotesi interessante, confortata peraltro già da alcuni dati scientifici e che potrebbe rappresentare un’autentica rivoluzione nell’ambito della campagna di vaccinazione avviata in Italia a dicembre 2020 e ora condotta dal commissario straordinario per l’emergenza sanitaria Covid-19 Figliuolo.

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