La recente decisione delle autorità italiane di procedere con il vaccino Pfizer o Moderna per gli under 60 che hanno ricevuto come prima dose AstraZeneca sta facendo discutere. La comunità scientifica, ad esempio, è divisa. Al mix tra vaccini, o vaccinazione eterologa che dir si voglia, è contrario ad esempio il professor Andrea Crisanti. Invece a sostenere questa decisione è il collega Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta. «Non solo questa scelta ha senso “intuitivamente”, cioè basandosi sui principi base della virologia e della vaccinologia, ma si stanno anche accumulando dati di laboratorio che confermano abbastanza chiaramente la opportunità di questo approccio». È pur vero, come evidenziato da Crisanti, che l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha approvato questi vaccini senza studi a supporto di questa procedura, ma ora ci sono degli studi che avvalorano questa strategia. Silvestri cita ad esempio lo studio di Rudiger Gross pubblicato su MedRxiv (Heterologous ChAdOx1 nCoV-19 and BNT162b2 prime-boost vaccination elicits potent 3 neutralizing antibody responses and T cell reactivity).



LO STUDIO CHE PROMUOVE LA VACCINAZIONE ETEROLOGA

Questo studio, spiega il professor Guido Silvestri, mostra ad esempio «come il protocollo di vaccinazione “misto” (Astra Zeneca seguito da Pfizer/BioNTech) sia sicuro». Ma oltre a ciò, emerge che «le persone sottoposte a questa immunizzazione abbiano titoli anticorpali molto potenti contro le varianti inglese, sudafricana ed indiana di SARS-CoV-2». Silvestri nel suo post su Facebook spiega di essersi confrontato col professor Frank Kirchoff, direttore dell’Istituto di Virologia dell’Università di Ulm in Germania, che ha preso parte a questo studio. «Non solo è uno dei miei collaboratori storici (abbiamo 14 lavori insieme su PubMed, di cui uno su Nature, uno su Cell e due su Nature Medicine) ma soprattutto è virologo di assoluto valore internazionale». E coglie l’occasione per lanciare una frecciatina ai colleghi: «Al contrario di certi “fenomeni evolutivi” che pontificano sui social e/o giornalini online con sicumera pari solo alla loro mediocrità scientifica».



Lo studio in questione afferma che questo regime di vaccinazione non è associato a gravi eventi avversi e suscita una potente risposta immunitaria umorale oltre che la reattività delle cellule T. Inoltre, neutralizza le varianti inglese, sudafricana e indiana. «Questi risultati suggeriscono che questo regime di vaccinazione eterologa è almeno altrettanto immunogenico e protettivo delle vaccinazioni omologhe», concludono i ricercatori.

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