Il “caos” su AstraZeneca ha portato il Governo italiano, con il Ministro Speranza, ad approvare in fretta e furia la circolare dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) che dà il via libera al “mix” di vaccini anti-Covid per i circa 900 mila italiani under-60 che hanno già ricevuto la prima dose di AZ-Oxford. Non poche le polemiche sia nelle istituzioni, sia nei semplici cittadini che vedono nell’ennesimo cambio di rotta del Ministero della Salute una sempre maggior sfiducia nella capacità di gestire anche una campagna vaccinale che finalmente stava correndo dopo le difficoltà iniziali legate all’esordio Arcuri-Speranza ad inizio 2021.



Secondo quanto scrive oggi su “La Verità” l’ex deputato forzista Daniele Capezzone, il rischio è che ora dopo il “diktat” autoritario del Ministero sul mix vaccini si possano generare numeri ricorsi nelle sedi giudiziarie contro lo Stato: «I cittadini interessati potranno infatti impugnare da- vanti ai Tribunali amministrativi regionali – se non direttamente la circolare ministeriale – i provvedimenti regionali di recepimento della stessa, nel caso in cui le Regioni non riconoscano il diritto del singolo a ottenere una seconda dose omogenea alla prima». Il “cocktail” di vaccini, al di là di alcuni studi europei che ne confermano la buona efficacia (addirittura migliore di quella con doppia dose omogenea) può legittimamente non convincere il cittadino, specie dopo la marea di informazioni “ambigue” e “contraddittorie” avute dagli esperti vaccinali solo negli ultimi 6 mesi: per questo resta comunque possibile e ragionevole, ribadisce “La Verità”, che il cittadino protesti contro un atto obbligatorio che sospende un trattamento sanitario e lo sostituisce con un altro in poche ore.



COSA FARE DOPO L’OK AL MIX VACCINI

Non ha in effetti torto Capezzone quando ricorda che l’Ema – Agenzia europea del farmaco – ha difeso il bilanciamento benefici/rischi del vaccino AstraZeneca solo nella giornata di domenica scorsa. Non solo, nei bugiardini dell’Aifa non viene citato l’opzione del mix vaccini altro elemento che potrebbe essere contrastato a livello giuridico presso un Tar dal semplice cittadino: «Si può decidere di “bruciare la strega” chiamata Astrazeneca: ma poi che si fa al prossimo evento avverso letale che dovesse riguardare un altro vaccino o il famigerato “cocktail”?», attacca provocatoriamente Capezzone. Il problema però resta, specie sulla frettolosità con cui è stata “archiviata” l’esperienza di AstraZeneca agli under60 dopo un caso, seppur terribile, di decesso (la 18enne Camilla a Genova) ancora tutto da verificare sia dipeso dalla somministrazione del vaccino a vettore virale. Codacons e altre sigle dei consumatori preparano una class action e in generale si potrebbe prospettare un lungo periodo di ricorsi e polemiche a livello nazionale e locale sul “cocktail” vaccinale da oggi imposto per legge dal Ministero della Salute.

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