Partiamo dalla fine, dal successo che ha premiato nelle sale prima e ora su Netflix Mixed by Erry l’ultimo film di Sydney Sibilia (Smetto quando voglio) e della sua casa di produzione Groenlandia. In parte deve aver giocato un ruolo fondamentale la riscoperta di un’originale storia di illegalità (siamo agli albori della lunga epopea della pirateria multimediale) nata quasi per caso nel ventre popoloso di Napoli. Ma quello che sembra essere la componente fondamentale del successo è racchiusa nell’idea geniale di toccare una delle corde più sensibili della memoria di milioni di persone, e cioè quanto importante sono state nelle nostre vite le musicassette!



C’è chi ancora le conserva in scatole polverose, c’è chi ha maledetto il giorno in cui la moglie in cerca di spazio ha gettato tutto nella pattumiera, c’è chi le ascolta ancora in religioso silenzio, su apparecchi ormai fuori commercio, sempre con l’ansia di capire quando quelle tracce trascritte su quei sottilissimi nastri marroni si cancelleranno perdendo ogni memoria. Per dare una dimensione temporale del periodo di cui stiamo parlando, siamo a cavallo tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’90, quando passammo dal dominio assoluto del vinile alla comparsa dei primi compact disc.



L’idea di registrare musicassette nacque per caso in un piccolo negozio di articoli per l’elettricità nel cuore di Forcella. Enrico Frattasio in quel negozio aiuta e fa le pulizie, ma coltiva la passione per la musica e aspira a fare il Dj. Enrico è un ragazzo semplice e introverso, e Luigi D’Oriano, il giovane attore che lo interpreta, ricorda tanto Massimo Troisi. Enrico si presenta male e non trova chi è disposto a farlo esibire e deve accontentarsi di realizzare per gli amici delle “compilation” registrate, che di lì a poco battezzerà, quasi per gioco, con il marchio “Mixed by Erry”.



Ma le richieste aumentano, le musicassette sono diventate il supporto più usato per ascoltare musica: in casa, su enormi radioloni giapponesi con casse incorporate e batterie, in auto, con le moderne autoradio estraibili, per strada, con i walkman e le cuffie. La richiesta aumenta e grazie a un piccolo prestito della malavita locale, i fratelli Frattasio cominciano a produrre un numero enorme di cassette per il mercato nero, copiando i grandi successi e soprattutto riuscendo a pubblicare le canzoni del Festival di Sanremo appena uscite.

Il fenomeno esplode e i Frattasio fanno molti soldi. Ricevono l’attenzione di un camorrista cutoliano che vorrebbe mettere le mani sul loro business, ma il boss non fa in tempo perché cade vittima di una faida tra bande rivali. Chi invece entra in affari con i geniali ragazzi napoletani è un manager milanese, tal Arturo Barambani, interpretato da Fabrizio Gifuni, direttore commerciale di un’importante casa di produzione di cassette vergini, che scoperto di avere a Napoli un “cliente” da miliardi di lire all’anno, convoca i ragazzi a Milano, li riceve con tutti gli onori e gli propone un conveniente accordo di esclusiva.

Le cose vanno bene fino a quando le case discografiche, resesi conto che il fatturato prodotto dal mercato parallelo della contraffazione ha superato di gran lunga quello ufficiale, riescono a convincere il Governo ad agire e colpire produttori illegali e commercianti abusivi. La “Mixed by Erry” è diventata ormai la prima casa discografica italiana, al punto che è a sua volta piratata.

Non serve ai ragazzi creare una rete di società pulite per far emergere l’attività dalla totale illegalità in cui è nata. Almeno fino a quando Barambani, non riuscendo a convincere i tre ragazzi a smettere, decide di patteggiare e di collaborare con la Guardia di finanza. Finisce così l’avventura dei fratelli Frattasio, ma la storia della pirateria digitale è solo agli inizi. Cambiano le tecnologie, ma non il desiderio di utilizzarle gratis. Valga per tutti la truffa che ai giorni nostri si materializza attraverso il cosiddetto “pezzotto”, con cui milioni di persone guardano le pay tv a pochi euro. Certo, colpisce che tutto ciò continua a essere concepito e prodotto nello stesso quartiere della stessa città.

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