Le aziende guidano il cambiamento nella mobilità. Lo fanno offrendo ai loro dipendenti nuove modalità per spostarsi, sia per il tragitto casa-lavoro sia per gli spostamenti personali. Alle persone, racconta Simone Carrarini, partner di Movesion, può essere destinato un budget di mobilità come benefit oppure chiesto di scegliere tra due opportunità: quella dell’auto o quella del budget mensile o annuale per sfruttare tutti i servizi di mobilità presenti sul territorio. Questa seconda modalità sta prendendo sempre più piede, prefigurando un futuro in cui al possesso della macchina personale si preferirà la possibilità di usufruire in tempo reale di servizi che permettono gli stessi spostamenti.
Molte aziende si stanno muovendo per cambiare la mobilità dei loro dipendenti nel tragitto casa-lavoro. Come si sta modificando il modo di spostarsi?
Noi di Movesion siamo una realtà italiana nata dieci anni fa per sviluppare servizi e soluzioni rivolti alle aziende, al fine di migliorare l’esperienza dei dipendenti legata alla mobilità, promuovendo soluzioni sostenibili che prevedano la sostituzione dell’auto privata. Ci occupiamo per 250 aziende di raccogliere informazioni sullo spostamento casa-lavoro: le città oggi sono congestionate, soprattutto nelle fasce orarie in cui i dipendenti raggiungono la sede di lavoro o ritornano nelle loro abitazioni. Annualmente raccogliamo circa 100.000 questionari sulla mobilità, che ci permettono di conoscere bene la realtà dei fatti.
Che strumenti hanno oggi i lavoratori per trovare alternative alla macchina privata nello spostamento verso la fabbrica o l’ufficio?
Abbiamo creato una piattaforma MaaS (Mobility as a Service, nda) che permette di accedere a diverse forme di mobilità (taxi, bigliettazione per il trasporto pubblico locale, accesso ai treni regionali e di alta velocità, forme di sharing, servizi per la ricarica elettrica) sfruttando la stessa app. Per contrastare l’uso dell’auto privata, all’utente deve essere messo a disposizione un servizio comodo e utile, confrontabile il più possibile con l’esperienza della vettura tradizionale. Sempre tramite l’app gestiamo per le aziende progetti di rendicontazione ambientale, per agevolarle nel redigere i bilanci di sostenibilità in relazione alle emissioni correlate alla mobilità casa-lavoro. Promuoviamo anche forme di car pooling e premialità per chi si sposta in modo sostenibile, a piedi, in bici o con il trasporto pubblico locale.
Premialità di che tipo?
Incentivi, rimborsi spese, carte carburante, buoni spesa, tutto ciò che guida a una mobilità alternativa. Oggi siamo molto impegnati nella promozione di un benefit di mobilità differente rispetto al tradizionale uso dell’auto. Da studi internazionali e anche da analisi del World Economic Forum emerge che la transizione verso la mobilità elettrica non vedrà la sostituzione di ogni macchina attuale con un’altra alimentata diversamente. A fronte di persone che si muoveranno sempre di più verso i centri urbani, verranno promosse forme di mobilità organizzata. Andiamo verso città sempre più grandi, megalopoli: pensare che in questo contesto ogni persona possa utilizzare il mezzo individuale non è credibile ed è poco sostenibile.
Tenuto conto di questa prospettiva, come state agendo?
Promuoviamo la possibilità per le aziende di dotare i dipendenti di un budget mensile o annuale per accedere a tutte le forme di mobilità sul territorio in alternativa al possesso dell’auto aziendale. Le aziende devono tenere conto di due aspetti: l’uso dell’auto elettrica comporta abitudini completamente diverse rispetto alle vetture endotermiche in merito ai rifornimenti e ai tempi necessari per le ricariche; inoltre, le nuove generazioni tendono sempre meno a possedere un’auto, mentre sono interessate a servizi di mobilità comodi e integrati che non prevedono la proprietà di una macchina, che comporta comunque costi per il parcheggio o la necessità di pagare bollo e manutenzione. È la domanda che guida i servizi sul territorio: ecco perché nascono molti servizi di trasporto a chiamata.
L’idea del budget aziendale per i trasporti va in questa direzione?
Prima le aziende decidevano che auto mettere a disposizione dei propri dipendenti. Oggi, soprattutto le aziende multinazionali chiedono al dipendente se preferisce un’auto o un budget di mobilità. In città organizzate come Milano, vediamo che questo budget viene adottato dal 30-40% delle persone, con una percentuale che è in crescita man mano che ci si rende conto delle opportunità messe a disposizione. Dal nostro punto di vista è un cambiamento inesorabile, che si sta realizzando anche molto velocemente. La domanda di servizi di questo genere sta aumentando, quindi aumenterà anche l’offerta.
Questi cambiamenti riguardano solo le grandi aziende o anche quelle medio-piccole, che rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana?
Le grandi aziende, come sempre, agiscono da leader del cambiamento. Ma c’è interesse anche da parte di aziende di taglio più piccolo. C’è una domanda crescente. Anche il tema della sostenibilità viene affrontato in maniera organica dalle grandi aziende, ma pure le piccole e medie imprese si stanno adattando alle nuove esigenze. Nel momento in cui ci sarà anche un supporto dal punto di vista della fiscalità, quando diventerà conveniente offrire al dipendente un servizio di questo genere, tutti sceglieranno questa strada.
Ai dipendenti che preferiscono ancora la macchina, che auto viene offerta, già elettrica o di altro tipo?
Il mondo delle grandi aziende è già passato all’uso di auto elettriche e ibride, con la difficoltà di inserire vetture full electric: le persone fanno ancora fatica ad accettarle per muoversi nelle città. Le ricariche richiedono tempo, non tutti possono averle a disposizione a casa loro e bisogna comunque trovare un parcheggio.
In questo contesto, quanto è importante la conoscenza e l’elaborazione dei dati relativi alla mobilità?
Tutte le valutazioni partono dalla conoscenza del dato e dalla capacità di utilizzarlo al meglio per offrire un servizio di qualità sul territorio. Bisogna saperlo gestire anche in termini predittivi. È la sfida che dovremo affrontare nei prossimi anni se vogliamo procedere verso una mobilità organizzata.
Guardando i numeri, come possiamo immaginare il futuro?
I dati ci dicono che le persone iniziano a essere pronte per una mobilità differente e sono interessate ad abbracciare forme alternative, ma si aspettano che il servizio che si offre loro vada incontro alle loro esigenze. Il Sistema Paese dovrà essere bravo a recepire queste richieste, anche grazie alla collaborazione di tutti i player che operano sul territorio.
(Paolo Rossetti)
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