Italia Viva apre al governo sulle riforme. In vista del vertice con il premier Giorgia Meloni, i renziani si dicono disponibili al confronto e promuovono alcuni dei progetti della maggioranza di centrodestra. Intervistata da Libero, Maria Elena Boschi ha ribadito la necessità di riforme per il Paese: “Noi siamo disponibili sulle riforme costituzionali perchè siamo persone serie e non faremo alla destra quello che la destra ha fatto a noi nel 2016: su quasi tutte le modifiche erano d’accordo ma decisero di votare contro solo per mandare a casa Renzi. Noi non vogliamo usare le riforme per fare la guerra alla Premier”.
Nonostante l’apertura Italia Viva resta all’opposizione, ha precisato Maria Elena Boschi, ma non mancano i punti di contatto, a partire dal confronto presidenzialismo-premierato: “Penso che sia più saggia l’elezione diretta del premier, il modello del sindaco d’Italia. Penso che la destra arriverà a proporci questo. Quali poteri dovrebbe avere il premier? Intanto nominare e rimuovere i ministri. Essere il vero capo del governo e non un primus inter pares”.
L’analisi di Maria Elena Boschi: non esiste il diritto di veto per Conte e Schlein
Maria Elena Boschi ha posto l’accento sulla necessità di un sistema di pesi e contrappesi, ricordando allo stesso tempo che la Costituzione è figlia della Resistenza contro il fascismo: “Tuttavia la paura di un governo solido, ottanta anni dopo la notte del Gran Consiglio e la fine del governo del Duce, è vagamente anacronistica. Non ho paura di un Governo che decide, ma di un Governo che rinvia, che perde tempo. Poi se il Governo non funziona, alle elezioni successive si manda a casa”.
Per quanto riguarda il ruolo dei partiti di opposizione, l’ex ministra ha spiegato che in Italia “esiste il diritto di voto che purtroppo ha premiato Meloni ma che va rispettato da tutti ma non esiste il diritto di veto, nemmeno per Schlein o Conte”.
Una battuta anche su Elly Schlein e sui primi mesi da segretaria Pd: “È stata molto brava sotto il profilo mediatico, ma non ha sciolto nessuna delle pesanti contraddizioni che si porta con sè. Lei ha vinto su una piattaforma radicale: se va avanti su questa linea, metà partito lascia come ha fatto il bravo Enrico Borghi. Se scende a compromessi tradisce i suoi elettori”.